La Germania scolarizza i giovani profughi

Sul milione di richiedenti l’asilo arrivati in Germania nel 2015, circa 325.000 sono bambini in età di scolarizzazione. La loro presa a carico costituisce una sfida per le autorità regionali.

(Delphine Nerbollier) “Mi chiamo Fadi, ho 12 anni e sono arrivato in Germania due mesi fa”. È in un tedesco incerto che questo giovane iracheno si presenta. Quando occorre, una compagna, Diana, originaria della Russia, traduce per lui… in arabo. “Ho imparato i rudimenti di questa lingua nel foyer in cui viviamo”, spiega la giovane.
Dal 1. settembre 2015 Fadi e Diana fanno parte di una classe cosiddetta di benvenuto (Wilkommensklasse) nella quale si dedicano all’apprendimento del tedesco. Seguono così con interesse la lezione del giorno in cui vengono loro insegnati i numeri.

La padronanza della lingua, chiave dell’integrazione
“L’obiettivo è che questi alunni imparino la lingua il più rapidamente possibile, in modo da poter inserirsi in una classe tradizionale dal prossimo rientro scolastico”, spiega Detlef Schmidt-Ihnen, direttore della scuola media Barnim a Berlino. Quest’uomo intraprendente ha dovuto allestire una nuova classe nel giro di qualche mese, la scorsa estate, con il finanziamento delle autorità berlinesi.
Per l’occasione è stata requisita una scuola inutilizzata e sono stati assunti due insegnanti specializzati nell’insegnamento del tedesco come lingua straniera. Seguono questi 14 allievi di età, livello scolastico e cultura differenti. “Da qui a giugno le 18 aule scolastiche saranno tutte occupate”, prevede Detlef Schmidt-Ihnen.

Allievi per lo più “molto motivati”
Di fronte all’arrivo senza precedenti di migranti, i 16 Stati-regione (Länder) tedeschi, responsabili dell’istruzione, hanno accelerato l’apertura di queste classi specializzate. Berlino ne conta già ormai quasi 639. “Ritornare a scuola è molto importante per questi bambini”, spiega Detlef Schmidt-Ihnen. “Devono imparare di nuovo ad alzarsi presto e non è sempre facile. Per lo più sono molto motivati, vogliono imparare la lingua. Ma alcuni non sono sicuri di poter restare in Germania e manca loro la motivazione”.
Se i bambini di origine siriana e afgana hanno ottime possibilità di ottenere un permesso di soggiorno, non è così invece per quelli originari dei Balcani.

Situazioni diverse da regione a regione
“La chiave dell’integrazione è la lingua tedesca”, insiste Marlis Tepe. Presidente del sindacato degli insegnanti GEW, constata tuttavia la diversità delle situazioni sul campo. Così sono soltanto le regioni di Berlino e della Saar a considerare obbligatoria la scolarizzazione dei bambini profughi sin dal loro arrivo. Nelle altre 14 i bambini devono aspettare di aver depositato una domanda d’asilo e persino l’ottenimento di un permesso di soggiorno e questo può comportare mesi.
“Bisogna evitare che i bambini restino più di tre mesi senza andare a scuola”, ritiene Michael Becker-Mrotzek, ricercatore dell’Università di Colonia e autore di uno studio sull’accoglienza dei figli dei migranti. “Le sfide attuali erano prevedibili, ma la questione della gestione di questa crisi è stata trascurata per anni dalle autorità”, conclude.

Servono 24.000 insegnanti supplementari
Secondo stime provvisorie, nel 2015 la Germania ha accolto circa 325.000 nuovi scolari originari di paesi esteri. Il paese valuta a 24.000 il numero di insegnanti supplementari necessari per accoglierli. Per trovarli, i differenti attori cercano soluzioni. La regione dell’Assia tenta di convincere dei professori in pensione a tornare in servizio, il sindacato GEW propone di agevolare le riconversioni.
Alla sfida dell’insegnamento della lingua si aggiunge la questione dei traumi di cui soffrono alcuni bambini. Uno studio dell’Università tecnica di Monaco stima che un bambino siriano su cinque sia affetto da disturbi post-traumatici. L’Ordine degli psicoterapeuti tedeschi chiede maggiori risorse per occuparsi di questi bambini e agevolarne l’integrazione.
Alla scuola media Barnim Detlef Schmidt-Ihnen si ritiene ottimista. “Abbiamo da proporre a questi bambini buone prospettive di futuro, ma è un lavoro a lungo termine”, afferma. In attesa di vedere i suoi 14 nuovi allievi padroneggiare la lingua di Goethe, cerca di integrarli. Ha così lanciato un programma di tutorato. Al di fuori dell’orario scolastico alcuni studenti affiancano Fadi e i suoi compagni per scoprire la città e fare conoscenza.

I profughi in Germania
Nel 2015 la Germania ha accolto oltre un milione di migranti, secondo il quotidiano “Sächsische Zeitung”, che cita dati ufficiali che saranno pubblicati a gennaio. Tra gennaio e dicembre sono così stati registrati in Germania “1,09 milioni di profughi”, secondo il quotidiano di Dresda. Sono cinque volte di più rispetto al 2014 (200.000 richiedenti l’asilo).
Questo arrivo di rifugiati è “un’opportunità”, ha affermato Angela Merkel, mettendo in guardia contro coloro, “pieni di odio”, che vogliono “escludere gli altri”, nella sua allocuzione di Capodanno. “È evidente che l’afflusso di così tante persone ci solleciterà ancora molto. Comporterà dei costi, richiederà tempo e forza, in particolare per quanto riguarda l’integrazione di quelli che si stabiliranno qui”, ha aggiunto la cancelliera, ringraziando i suoi compatrioti per le loro azioni “eccezionali” a favore dei migranti.
Secondo “Die Welt” gli Stati regionali tedeschi hanno previsto di destinare circa 17 miliardi di euro ai richiedenti l’asilo nel 2016. Il quotidiano ha interpellato i ministeri delle finanze dei 16 Stati-regione e soltanto la città di Brema non ha fornito previsioni, precisa “Die Welt”. A livello federale il ministro delle finanze, Wolfgang Schäuble, ha iscritto in bilancio 8 miliardi di euro destinati ai migranti per il 2016. (in La Croix, 5 gennaio 2016; trad. it. G. M. Schmitt)

da: http://voceevangelica.ch/

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