Da sempre sono stato toccato dal tema della sofferenza, ho ammirazione per quelle persone che si “danno” per assistere gli altri e aiutare in ogni modo.
Vedere la sofferenza è sconvolgente guerre, fame, malattia, bambini e adulti ne sono coinvolti senza differenza.
Ma se la sofferenza è la nostra?
Glorificare Dio nel disagio è quanto di più difficile si possa chiedere ad un uomo.
La carne accusa dolore e qualsiasi sia la sua soglia, ad un certo punto la sofferenza raggiunge il suo limite.
Il fisico che soffre sopporta pene orribili, mettendo alla prova la mente. Il dolore come la tribolazione a causa di una malattia o di un incidente o di un corpo ferito, mina le nostre fortezze. La forza fisica non è sufficiente piano piano si affievolisce, Il timore per la nostra vita diventa un pensiero costante.
Avere fede, credere nella guarigione ad opera del Signore, trovare pace ella preghiera è cosa non da poco.
Capita all’uomo, che arrivato all’ultima spiaggia gridi al Signore. Quando non ci sono più risorse o appigli chiediamo a Dio : perché? gridiamo la nostra sofferenza e siamo disposti ad arrenderci al Signore.
Diverso è rendersi conto che la nostra sofferenza non è opera divina, ma esito atavico del comportamento umano.
Molti rendono grazie a Dio nell’abbondanza, e nel benessere, nella gioia e nella salute, questo, quando lo si fa è certamente cosa buona. Ma ringraziare il Signore anche nella sofferenza ha valore inestimabile.
Dio allora ci preferisce sofferenti? Giammai! È così che viene gratificato? Morte, malattia, sacrificio? Giammai! No … non è a Dio che serve la nostra sofferenza, Egli È nella Sua Gloria.
La sofferenza è per noi una grande prova, lì si combattono la carne e lo Spirito.
La malattia ci riconduce a “terra” la visione è gretta, pesante, ….puzza di infermità e di dolore. Cerca in tutti i modi di opprimere lo Spirito, di oscurarlo, di spezzare la “connessione” con il Signore.
L’ Anima in mezzo ai due contendenti è combattuta, si dibatte tra il desiderio di gioire nel Signore e la preoccupazione della carne che duole e soffre.
Il dolore, la sofferenza, la morte sono le carte più potenti che Satana può giocare, se anche queste non danno esito…
Il male pretende i suoi interessi, ma ciò che è dato alla carne, sotto forma di gratificazione, viene tolto alla carne e non all’Anima o allo Spirito.
Ed è così che diamo Gloria a Dio: non ci dimentichiamo delle salubri proprietà di Dio, della Sua vicinanza, del Suo infinito Amore, della Potenza, continuiamo a tenere il nostro sguardo e la nostra mente verso Gesù, traendo forza dalla Pienezza di Dio per applicarla alla sopportazione di un malessere totalmente carnale.
L’Anima nostra ha fatto la sua scelta non ha ceduto al mondo e al suo dominatore, per paura o sofferenza, ma consapevole di un glorioso destino che l’attende ha disdegnato il favore delle tenebre.
Così, Dio che non ha ancora agito in nostro favore, conoscendo ciò di cui noi abbiamo bisogno, vista la fermezza della nostra fede opererà miracoli.
Giovanni 11:1 C’era un ammalato, un certo Lazzaro di Betania, del villaggio di Maria e di Marta sua sorella. 2 Maria era quella che unse il Signore di olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; Lazzaro, suo fratello, era malato. 3 Le sorelle dunque mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». 4 Gesù, udito ciò, disse: «Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato».
Così Dio trae gloria dalla nostra sofferenza?
No di certo, Dio desidera di tutto per gli uomini, ma certamente non sofferenza. Infatti la sofferenza non è cosa proveniente da Dio ma arriva agli uomini in seguito alla loro caduta. La corruzione ha intaccato l’animo umano, il mondo ha aperto le sue porte e noi siamo entrati in un regno che appartiene al male, con tutte le sue conseguenze. Non farò della mia sofferenza un’offerta a Dio, né tenterò Dio nella mia sofferenza. Egli non guarda alla sofferenza così come gli uomini, difatti parliamo del soffrire nella carne.
Noi cedendo alle lusinghe di Satana (di cui il mondo è pieno), attraverso la carne ci procuriamo e procuriamo danni impensabili.
Ora la carne a Dio non riguarda per nulla, mentre per noi può essere un opportunità per rafforzare il nostro Spirito.
2Corinzi 12:7 E perché io non avessi a insuperbire per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.
Quando il nostro sguardo è fisso sulla carne, pensiamo che sia tutto ciò che abbiamo, crediamo che sia la sede di tutto il nostro essere e persa quella, o ferita, tutto il resto patirà di conseguenza,
Ma … se divento cieco il mio spirito sarà cieco? se perderò una gamba il mio spirito sarà senza una gamba? Se morirò… morirà anche il mio spirito?
E l’anima mia? sarà cieca anch’essa! zoppa o defunta?
Certo che no! Nel nostro disordine terreno abbiamo fatto un bel po’ di confusione, abbiamo mischiato l’ordine delle cose, sovvertendone l’importanza. Lo Spirito come organo primario, l’Anima come Essere personale, e il corpo come contenitore o veicolo per una parte della nostra esistenza. Esso ci trasporta dall’inizio, fino alla fine del nostro tempo terreno.
Gesù ha patito durissime sofferenze …
Isaia 53:1 Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato?
A chi è stato rivelato il braccio del SIGNORE?
2 Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella,
come una radice che esce da un arido suolo;
non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi,
né aspetto tale da piacerci.
3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini,
uomo di dolore, familiare con la sofferenza,
pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia,
era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava,
erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;
ma noi lo ritenevamo colpito,
percosso da Dio e umiliato!
5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni,
stroncato a causa delle nostre iniquità;
il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui
e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
Lo Spirito ci è stato dato da Dio, torna a Dio…
Giovanni 19:30 Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.
L’Anima fa la differenza, quanto eleveremo la nostra Anima a Dio? quanto più la preserveremo dal contaminarsi nel mondo, tanto più sarà una veste pura e imbiancata che potrà “vivere” un’eternitá alla presenza di Dio.
Giobbe 14:22 questo solo sente: che il suo corpo soffre,
che l’ anima sua è in lutto».
Giobbe 33:18 per salvargli l’ anima dalla fossa,
la vita dalla freccia mortale.
Giobbe 33:28 Dio ha riscattato l’ anima mia dalla fossa,
e la mia vita si schiude alla luce!”
Il corpo è un contenitore che può durare a lungo o meno, un vaso delicato con un contenuto eccellente, ma anche se dovesse rompersi nulla si perde.
Sal 31:12 Sono dimenticato completamente, come un morto;
sono simile a un vaso rotto.
Atti 13:36 Or Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, si è addormentato, ed è stato unito ai suoi padri, e il suo corpo si è decomposto;
Francesco Blaganò | notiziecristiane.com
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