Mentre i meteorologi italiani sono seriamente preoccupati per l’insolita stagione invernale che registra, da giorni, temperature alte oltre la media, l’assenza di pioggia in alcune regioni e la mancanza di neve nelle zone alpine hanno costretto la Coldiretti a lanciare l’allerta per la possibile insorgenza di siccità che potrebbe causare pesanti danni all’economia agricola del nostro paese.
Ma se in Italia è il caldo a suscitare allarme, in Inghilterra è l’abbondante pioggia a gettare nel panico la popolazione, a causa del passaggio della tempesta Eva che ha prodotto devastanti inondazioni nel nord-ovest (Lancashire) e nel nord-est del Regno Unito e anche in Irlanda: 48 sinora le vittime accertate. In Australia, addirittura, le piogge torrenziali hanno fatto scattare l’allarme coccodrilli, a causa dell’inondazioni di fiumi e terreni dove proliferano i terribili animali, visto il serio timore che i coccodrilli entrino nelle case e nei giardini privati. Nel frattempo, in Usa, una decina di disastrosi tornado si sono abbattuti negli stati del Mississipi, del Tennesse, del Texas e dell’Arkansas, con case letteralmente distrutte e blackout dell’energia elettrica: circa 48mila abitazioni senza gas e luce nella sola Dallas e 27 morti al momento accertati. Dalla parte opposta, cioè a New York, l’alta temperatura (20 gradi) di dicembre ha spinto molti americani a uscire in calzoncini e t-shirt; il record precedente era stato registrato nel giorno di Natale del 1996, con 17 gradi. In alcuni negozi e abitazioni è stato necessario accendere l’aria condizionata.
Malgrado queste news occupino spazio nei vari tiggì e sulla stampa, pochi si sono però accorti che la terra è tornata a tremare con violenza in Afghanistan (scossa di 6.2) e in Sicilia (sisma di 3.5 al largo di Palermo) proprio nel giorno in cui nel sudest asiatico venivano ricordate le 250mila vittime dello tsunami del 26 dicembre 2004: semplice coincidenza di data? Anche allora, cioè undici anni fa, il mondo si preparava ai grandiosi festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno, con parate di luci e fuochi d’artificio da tutte le piazze metropolitane, da Pechino a Sidney, dalla Scandinavia alla Francia che, tuttavia, non furono affatto sospese dopo le terribili immagini dell’oceano che “entrava” a Banda Aceh e nelle altre città del sudest asiatico appena cinque giorni prima del fatidico 31 dicembre. Abbiamo dimenticato in fretta tutto quel carico di detriti, flutti e morti trasportati dal mare sino all’entroterra per decine di chilometri? Mai vangelo di Luca, cap. 21:25, fu più appropriato allo tsunami del 2004! E oggi? Pensa, il lettore, che il mondo si asterrà dal celebrare l’anno che sta per finire quantomeno per solidarizzare con chi ha perso la casa (e la vita) nelle recenti alluvioni? Io non lo credo affatto perché, come ai tempi di Noè, anche adesso “si mangia e si beve, si pianta e ci si marita, si danza e ci si diverte…” (Matteo 24:37), a indicare che la società moderna ha le orecchie intontite per il frastuono mondano di un’epoca che sfida Dio con ogni forma di vizio e di peccato.
E vale a ben poco che Jorge Bergoglio invochi la pace nel mondo e proclami la “misericordia divina”, poiché né in Siria nè in medioriente ci sarà pace sino a quando non sarà il Principe della Pace” (Gesù) a introdurla con scettro di ferro e autorità! Il 2016 alle porte non sarà diverso dai precedenti perché il tempo non ha la capacità di cambiare il cuore umano. Solamente una Persona, Cristo, il Signore, ha il potere di farlo. E tu, lettore, festeggerai l’anno che sta per arrivare conformandoti allo spirito del mondo oppure ringrazierai Dio per la nuova vita che è in te dal giorno in cui ti sei arreso a Gesù?
Salvatore Di Fede | notiziecristiane.com
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