Lo “spreco retributivo” della Camera dei Deputati non è indicato soltanto negli stipendi dei deputati. A Montecitorio le buste paga d’oro iniziano con quella del segretario generale, che percepisce 416.387,00 euro netti all’anno, e continuano con quella attribuita al suo vice, con più di 310 mila.
Ma a Montecitorio non ci sono soltanto loro a “godere” di buste pesanti. Per la Camera dei Deputati lavorano altri 1.582 dipendenti.
Un operatore tecnico alla Camera percepisce 2.600 euro al mese che lievitano a 50 mila euro annui dopo dieci anni di servizio. Dietro la mansione “operatore tecnico” ci sono più di 60 tra elettricisti, centralinisti falegnami, barbieri e baristi. Una differenza economica notevole e poco giustificabile rispetto ai loro colleghi che lavorano oltre le mura di Montecitorio.
Gli assistenti parlamentari, ovvero i commessi che operano attorno ai deputati, inizialmente guadagnano più di 36mila euro all’anno.
Sfiorano i 30 mila euro gli stipendi dei collaboratori tecnici, gli addetti alle riprese audio e video a Montecitorio, che diventano 64 mila dopo dieci anni e 152 mila dopo 30 anni di attività.
Per i segretari parlamentari gli stipendi sono compresi fra i 37 mila euro e i 146 mila. Per i documentaristi e i ragionieri stipendi a 40 mila euro che arrivano a 242mila dopo 30 anni.
I consiglieri parlamentari, che altri non sono che i funzionari della Camera dei Deputati, godono di una retribuzione iniziale di oltre 68 mila euro che lievitano, 10 anni dopo, a 145 mila euro e dopo 20 anni a 228 mila. A 30 anni dalla loro assunzione, il loro lavoro è “premiato” con 368 mila euro ogni anno.
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