La porta stretta

dsc_0039“Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano” (Matteo 7:13-14).

Quando Gesù pronunciò queste parole, probabilmente aveva in mente le mura che circondavano la città di Gerusalemme sulle quali erano aperte delle porte. Alcune erano molto ampie, spaziose e vi poteva passare molta gente, altre invece più strette, disagevoli, denominate addirittura “cruna di ago” per le quali non era possibile che vi passassero i cammelli.
È probabile che quando Gesù disse: “È più facile che un cammello entri attraverso una cruna di un ago che non un ricco in paradiso”, abbia fatto allusione a questa porta. Gesù raccomanda a tutti quelli che vogliono seguirLo di entrare per la porta stretta, perché “larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione”.

La via e la porta che conducono alla perdizione ben possono identificarsi con la via che percorsero gli abitanti di Sodoma e Gomorra che furono distrutti dal fuoco. È la via della ribellione al Signore. Anche il diluvio universale fu causato perché tutto il popolo, tranne Noè e la sua famiglia, seguiva questa via.
È scritto nella Bibbia: “Vi è tal via che all’uomo pare diritta ma finisce col menare alla morte” (Proverbi 16:25). Un primo aspetto dunque della via larga è la via del peccato e della disubbidienza, simbolo della vita senza fede che porta alla perdizione.

Ma vi è un’altra via, percorsa da intere nazioni. È la via del cristianesimo di “moda”.
Gesù disse ad un dottore di Gerusalemme: “Se uno non è nato di nuovo non può vedere il Regno di Dio”, indicando un fatto necessario ed assoluto che deve realizzarsi nella vita di tutti i cristiani: una rivoluzione che scarta i sistemi dell’uomo ed accetta quelli di Dio. Questa rivoluzione è detta “conversione” o “nuova nascita” o “rigenerazione”.
Ma sono veramente vissute queste cose da tutti i credenti, oppure il cristianesimo per la maggior parte della gente è un fatto di moda dei nostri tempi? Forse pochi di noi ricordano il falso cristianesimo che Hitler volle imporre in Germania. Si volle identificare la dottrina di Gesù con la dottrina del nazismo e ciò allo scopo di dominare le masse. Si costituì una cosiddetta chiesa tedesca.
Ma contro questo tipo di chiesa insorse la Chiesa confessante, perseguitata e clandestina, la quale fece questa solenne dichiarazione: “Gesù Cristo, nel mondo in cui viene testimoniato dalla Sacra Scrittura è l’unica Parola di Dio che noi dobbiamo ascoltare ed a cui dobbiamo fiducia ed obbedienza in vita ed in morte. Rigettiamo la falsa dottrina secondo cui la Chiesa può e deve riconoscere come fonte di predicazione… altri avvenimenti, forze, figure e verità quali rivelazioni di Dio”.

Molti furono imprigionati e chiusi in campi di concentramento. Il pastore Bonhoeffer mentre era in prigione così diceva ad un suo compagno di prigionia: “Se mi trovassi a passare per una delle vie principali di Berlino e mi venisse incontro un pazzo alla guida di un’automobile che investe i passanti, quale sarebbe il mio compito di pastore? Seppellire i morti e curare i feriti, o cercare di fermare quel pazzo?”.
Ed il pazzo nella mente del pastore Bonhoeffer era Hitler che aveva trascinato la Germania alla guerra. Questo testimone di Cristo, morì martire perché faceva parte della chiesa clandestina. La mattina del 9 aprile 1945 fu impiccato. Prima di salire al patibolo disse: “È la fine, ma per me è l’inizio della vita”.
Il pastore Bonhoeffer si era aggiunto ai martiri della Chiesa. Aveva seguito la via stretta della rinunzia e della croce, perché gli era data la possibilità di starsene in America, ma Egli ritornò in Germania, perché qui il Signore lo chiamava. Questo esempio illustra bene il pensiero di Cristo: “Larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione… Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano”.
Queste parole devono mettere tutti i cristiani in guardia affinché si domandino continuamente come meglio possono servire Gesù.

A ciascuno piace vivere secondo le regole del mondo e le cose che fanno i molti: vivere una vita tranquilla, con soli svaghi e divertimenti. Una vita cristiana regolata in questo senso, non è conforme all’insegnamento di Gesù Cristo: questa è proprio la via larga! Gesù dice che bisogna imboccare la via stretta. E la via stretta è Lui stesso, che dopo tre anni di ministero terreno si è trovato attorniato soltanto da poche donne ed un esiguo gruppo di discepoli. “Io sono la via” e per molta gente non torna troppo a loro comodo seguire Colui che è la via che l’ha fatto essere l’uomo di dolori, vilipeso e sputato, coronato di spine e fatto morire su una croce. Ancora un giorno Egli così si espresse: “Gli uccelli del cielo hanno i loro nidi, le volpi hanno le loro tane, ma il figliuolo dell’uomo non ha neanche una pietra su cui posare il capo”. Essere discepolo di Gesù significa vivere e “camminare come Egli camminò”. Domandiamolo a tutte le genti della terra se siano disposte ad accettare con allegrezza questo insegnamento. Se a tutti piace passare per la porta larga, dove non sono previste difficoltà, Gesù viene a capovolgere i nostri pensieri e ci dice di entrare per la porta stretta e camminare per la via angusta. È la via della fede secondo cui l’uomo non può più seguire la propria volontà egoistica ma segue il Signore ubbidendoGli in ogni cosa. È la via stretta dell’osservanza dei precetti evangelici, del lasciare tutto e diventare “ultimo” per amore dei fratelli. Ricordiamoci però che il Regno dei cieli non è una conquista fatta da carne e sangue, ma un dono della grazia di Dio. Pertanto continua sarà la nostra preghiera a Dio affinché ci sostenga nel nostro cammino con Lui.

B. Marzano

Ferrentino Francesco La Manna | notiziecristiane.com

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