Zhila e la sua famiglia hanno dovuto fuggire dall’ISIS proprio il giorno in cui avevano ricevuto la chiave della loro prima casa. Oggi vivono da rifugiati grazie agli aiuti di missioni come Porte Aperte.
Zhila* è una ragazza di 28 anni. Lei e la sua famiglia hanno dovuto fuggire dall’ISIS proprio il giorno in cui avevano ricevuto la chiave della loro prima casa.Benché la sua vita sia molto difficile ora, dichiara con forza di aver sentito la presenza di Dio in tutto il suo viaggio.
Avevano impacchettato le loro cose con cura. C’erano scatole per i bicchieri, i piatti e gli oggetti per la cucina. Avevano scelto il divano che le piaceva e deciso il colore per le tende. Dopo aver vissuto diversi anni con i suoceri, Zhila ricorda il suo entusiasmo, il giorno in cui lei e suo marito Yousef* si trasferirono nella loro prima casa. I suoi occhi si riempiono di lacrime mentre racconta quello che successe dopo: “Non abbiamo avuto la possibilità di trascorrere nemmeno una notte nella nostra casa“. Si stavano trasferendo lo stesso giorno in cui l’ISIS è entrato a Qaraqosh. Fu una giornata di totale paura.
Ricorda che corse fuori di casa con il marito e le due figlie. C’era il panico attorno a loro, centinaia di persone correvano, alcune cadevano. Zhila si rese conto in quel momento di come avesse già visto quella scena in un sogno diversi anni prima e di come avessero discusso di quel sogno così realistico che preannunciava un’apocalisse per il suo paese. Non sa tutt’oggi come spiegarselo, ma ricorda le parole di Gesù in quel sogno: “Non preoccuparti, io sarò con te“. Furono fra gli ultimi a lasciare Qaraqosh. Le due bambine (1 e 3 anni), sul sedile posteriore della macchina in preda al pianto, mentre Zhila e Yousef sedevano davanti. Il viaggio fu snervante. L’ISIS si stava avvicinando. Ognuno cercava di arrivare a Erbil il più rapidamente possibile. Poi, nel bel mezzo del nulla, la spia del carburante cominciò a lampeggiare. Erano affamati e assetati e fuori c’erano oltre 40 gradi, e la benzina stava finendo. Zhila pregò intensamente, mentre il marito si agitava sempre più. Alla fine, un miracolo dopo l’altro, riuscirono a trovare benzina e viveri, abbastanza per giungere ad Erbil.
Oggi Zhila e Yousef condividono una piccola casa con altre 2 famiglie. L’ISIS ha preso ogni cosa dalla loro casa di Qaraqosh. La vita da rifugiati non è facile, ma Zhila ha imparato una cosa da questa esperienza, Dio è con lei anche nelle circostanze più difficili.
Zhila e moltissimi altri cristiani iracheni costretti alla fuga ricevono aiuti da Porte Aperte. Il nostro programma di soccorso all’emergenza sta donando speranza e permettendo a molti di rimanere.
* nomi modificati per ragioni di sicurezza
Porte Aperte Italia
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