Il New York Times ha raccontato la storia di Kim Suozzi, giovane americana malata di cancro, che è ricorsa all’ibernazione nella speranza, un giorno, di essere di nuovo tra noi, «con tutti i suoi pensieri e i suoi desideri».
Nel 2011 Kim ha scoperto di avere un tumore al cervello, una brutta bestia, incurabile e violenta. Lei, «agnostica fanatica delle scienze», ha deciso di affidarsi alla Alcor, società di crionica, che, dietro pagamento, consente la conservazione del cervello a -200 gradi. Dopo aver racimolato 80 mila dollari grazie anche a una raccolta fondi via web, Kim ha deciso di accelerare il decesso, smettendo di bere e mangiare.
La sera dell’agonia il fidanzato Josh ha chiamato i tecnici dell’Alcor che sono accorsi a casa della giovane, hanno atteso che morisse e un istante dopo l’hanno adagiata in una vasca di ghiaccio. Ora, «la ragazza che ha scelto di ibernare i suoi sogni cercando l’immortalità» giace ibernata nell’azoto liquido e a Josh sembra che tutto è stato fatto per «il meglio».
Il problema, però, è che Kim non può svegliarsi perché non sta dormendo, ma è morta. Diceva Chesterton che quando gli uomini hanno smesso di credere in Dio hanno cominciato a credere a tutto. Persino di essere immortali, che è pure una gran sventura se la vita diventa la persistente ripetizione di un vissuto che è deserto e vuoto. L’unica alternativa sarebbe credere non nell’immortalità, ma nell’eternità e in qualcosa di nuovo – e gratuito – che accadrà dopo.
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