Come Cristiani siamo chiamati ad “accogliere” i profughi

immigrati-bambini1(Romani 15:7) “Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo ci ha accolti per la gloria di Dio”.

Una realtà che è sempre esistita e che permane a distanza di secoli è quella degli emigranti costretti a lasciare i propri paesi per svariate situazioni e circostanze. E’ evidente come le nostre coste italiane sono invase continuamente dall’arrivo di gommoni pieni di profughi.

Qual’è il nostro atteggiamento nei loro confronti?

Come cristiani siamo chiamati ad “accoglierli” con lo stesso amore che Gesù Cristo ha accolto noi. Attraverso la nostra predisposizione alla loro “accoglienza” denotiamo un comportamento cristiano concreto e fiducioso nel Signore e rispecchiamo il suo stesso amore (Romani 13:8 “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge”; Romani 13:10 “L’amore non fa alcun male al prossimo; l’adempimento dunque della legge è l’amore”).

La Scrittura dichiara “beati” coloro, che accolgono lo straniero nel nome di Gesù Cristo il quale essendo stato a sua volta sia “profugo” e sia “straniero” s’identifica con loro.

Attraverso i racconti biblici sono citati diversi esempi di profughi cristiani, ecco che questo problema è sempre esistito nel corso dei secoli e dunque non è una problematica attuale ma bensì storica. Possiamo, inoltre, constatare che i motivi che inducono una persona oggi a fare la scelta di fuggire dal proprio paese di origini, sono gli stessi motivi che indussero i “profeti dell’antichità” a fuggire dai loro paesi di origini. Citiamo alcuni esempi:

  • Abramo fu costretto a fuggire per motivi economici (Genesi 12:10 “Or venne nel paese una carestia e Abramo scese in Egitto per dimorarvi, perché nel paese vi era una grande carestia”);
  • Isacco fu costretto a fuggire per motivi economici (Genesi 26:1 “Venne una carestia nel paese oltre la prima che era avvenuta ai tempi di Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimelech, re dei Filistei”);
  • Giacobbe fu costretto a fuggire dai suoi fratelli (Genesi 27:41,43 “Così Esaú prese a odiare Giacobbe a motivo della benedizione datagli da suo padre, e disse in cuor suo: I giorni del lutto per mio padre si avvicinano; allora ucciderò mio fratello Giacobbe.Quando le parole di Esaú, suo figlio maggiore, furono riferite a Rebecca, ella mandò a chiamare Giacobbe, suo figlio minore, e gli disse: Ecco, Esaú, tuo fratello, si consola nei tuoi riguardi, pensando di ucciderti. Ora dunque, figlio mio, ubbidisci fai ciò che ti dico: Alzati e fuggi a Haran da Labano mio fratello”);
  • Mosè fu un rifugiato politico (Esodo 2:11,15 “In quei giorni, Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i lavori pesanti da cui erano oppressi. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno, colpì a morte l’Egiziano e lo seppellì nella sabbia. Il giorno dopo, uscì di nuovo e, vedendo due Ebrei che stavano rissando, disse a quello che aveva torto: Perché percuoti il tuo fratello?. Quegli rispose: Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di uccidermi, come hai ucciso l’Egiziano? Allora Mosè ebbe paura e pensò: Certamente la cosa si è risaputa. Poi il faraone sentì parlare di questo fatto e cercò di mettere a morte Mosè. Allora Mosè si allontanò dal faraone e si stabilì nel paese di Madian e sedette presso un pozzo”);
  • Ebimelech e Noemi furono costretti a fuggire per motivi economici (Ruth 1:1,2 “Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Betlemmedi Giuda andò ad abitare nel paese di Moab con la moglie e i suoi due figli. Il nome dell’uomo era Elimelek, il nome di sua moglie Naomi e il nome dei suoi due figli Mahlon e Kilion, Efratei da Betlemme di Giuda. Essi andarono nel paese di Moab e vi si stabilirono”);
  • Gesù Cristo fu perseguito per motivi politici (Matteo 2:13,15 “Ora, dopo che furono partiti, ecco un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e rimani là finché io non ti avvertirò, perché Erode cercherà il bambino per farlo morire. Egli dunque, destatosi, prese il bambino e sua madre di notte, e si rifugiò in Egitto. E rimase là fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta, che dice: Ho chiamato il mio figlio fuori dall’Egitto”);
  • I primi cristiani furono perseguitati per motivi religiosi e dispersi (Atti 8:1 “Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria”).

Questi sono alcuni esempi di persone nelle condizioni di rifugiati del primo secolo, proviamo per un attimo a immedesimarci in loro e a provare a comprendere come si siano sentiti interiormente e le difficoltà che hanno dovuto affrontare. Se riusciamo a comprendere i loro stati d’animo, i loro sentimenti, le loro impressioni, le esperienze traumatiche del loro passato, le loro preoccupazioni; allora riusciremo a comprendere lo stato psico-fisico con il quale arrivano questi migranti che richiedono lo stato di asilo politico, di rifugiati o di profughi.

Non vogliamo dimenticare che dietro ognuno di loro c’è un “essere umano” che è una “persona” costretta, come gli antichi, a lasciare il proprio paese di origine o perché perseguitato per la sua razza, la sua religione, il suo stato di appartenenza, per le sue opinioni politiche o per motivi economici. Ricordiamoci che ci troviamo davanti un essere umano che si trova fuori dal suo Stato, a prescindere da quali siano i motivi che lo hanno indotto a migrare e per timore non vuole ritornarvi più. Impariamo a capire il loro diverso modo di pensare e rispettiamolo in quando “persona” e non sottovalutiamo il forte stato di shock culturale in cui si viene a trovare, lo stato di solitudine, lo sradicamento dalla famiglia e dalla patria, tutti elementi che giocano a loro sfavore.

Scegliamo di “accoglierlo” con lo stesso amore e la stessa compassione che Gesù Cristo ha “accolto” noi. Come credenti sappiamo che è nell’amore che si adempie la legge.

Luisa Lanzarotta | notiziecristiane.com

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