La Chiesa e la sua organizzazione devono riflettere il modello biblico. Molti oggi si affannano per trovare una alchimia strana per condurre le Chiese e farle crescere.
Ma se ci allontaniamo dal modello di Dio perderemo di vista quello che è il suo vero mandato: condurre anime a Lui non in un Chiesa.
Introduzione
Oggi, nel mondo, esistono tante chiese. Ognuna di esse cerca di trovare una organizzazione e una gestione che possano meglio interfacciare i bisogni della popolazione nella quale la Chiesa stessa si trova ad operare. Ci sono chiese che preferiscono suddividersi in cellule, altre che preferiscono adottare un metodo di accentramento di vario tipo, (CLIKKA QUI) con abuso dell’autorità costituita, (CLIKKA QUI), e gli esempi potrebbero moltiplicarsi, (CLIKKA QUI). Ci sono chiaramente degli aspetti che possono e devono essere adattati alle circostanze ed alle esigenze di una Chiesa locale, ma esiste un modello di organizzazione della Chiesa di Cristo, contenuto nella parola di Dio, che non può essere eluso o bypassato da una organizzazione umana o da un pensiero carnale. Il rischio che si corre allontanandosi dal modello indicato dalla parola di Dio è quello di non condurre effettivamente un popolo a Cristo. Al giorno d’oggi, emergono sempre di più organizzazioni umane con sfondo religioso che cercano di dettare leggi e norme, condizioni di operatività in chiese che sembrano essere una loro appendice o periferia. La parola di Dio ci attesta che noi dobbiamo conoscere la verità, e che la verità ci renderà liberi, (Giovanni 8:32). L’unica verità che riconosciamo è quella della parola di Dio e del grande mandato che il Signore Gesù ha lasciato tutti noi che vogliamo servire il Suo prezioso nome. Le indicazioni fornite nel presente testo cercano di indirizzare ogni membro di una chiesa a prendere coscienza del proprio ruolo all’interno della stessa rispettando l’organizzazione e i fondamenti che Gesù stesso ha stabilito. Se non diversamente specificato, la versione che si adotterà nel citare versi sarà la “Diodati”. Dio vi benedica nella lettura, restando fin d’ora a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cosa è la Chiesa?
La Chiesa rappresenta un regno nel quale vi è un solo Re, Cristo Gesù il Signore. La parola di Dio ci attesta chiaramente tale affermazione. L’apostolo Paolo, parlando a Timoteo, lo esorta a procacciare la giustizia, la pietà, la fede, la carità, la sofferenza, la mansuetudine. A quest’uomo viene indicato di combattere il buon combattimento, che inevitabilmente corrisponde all’espletamento del grande mandato di Gesù Cristo, (Marco 16:15). Alla fine di questo buon combattimento, con l’apparizione e il ritorno del Signor nostro Gesù Cristo, verrà mostrato il beato e unico principe, Re dei re e Signore dei signori, (I Timoteo 6:10-15). Lo stesso Gesù, testimoniando davanti a Ponzio Pilato ribadì la sua carica di Re, (Giovanni 18:37), e che il regno di Dio si era avvicinato agli uomini, (Luca 11:20). Le autorità della terra, nonostante i loro legami terreni, dovettero riconoscere la Sua carica di Re, (Giovanni 19:19).
Naturalmente, un regno deve avere un Re, ma anche dei sudditi. Chi sono costoro?
Colossesi 1:13 – Il quale ci ha riscossi dalla podestà delle tenebre, e ci ha trasportati nel regno del Figliuolo dell’amor suo.
Ebrei 12:28 – Perciò, ricevendo il regno che non può esser commosso, riteniamo la grazia, per la quale serviamo gratamente a Dio, con riverenza, e timore.
Apocalisse 1:9 – IO Giovanni, che son vostro fratello, ed insieme compagno nell’afflizione, e nel regno, e nella sofferenza di Cristo Gesù, ero nell’isola chiamata Patmos, per la Parola di Dio, e per la testimonianza di Gesù Cristo.
Dalle Scritture citate si evince che i sudditi sono tutti coloro che sono rinati di nuovo, (Giovanni 3:5) avendo creduto nel Signore Gesù e nella Sua testimonianza benedetta. Sono coloro che decidono di far parte del Regno di Dio, che si è avvicinato a noi tramite il Signore stesso che ha aperta una porta per la salvezza, (Giovanni 14:6).
Ora, continuando nella nostra riflessione, un Regno deve avere un territorio nel quale esiste la sua sovranità. Il mondo è il territorio nel quale questo Regno deve manifestare la Sua gloria, (Matteo 28:19; Atti 1:8; Marco 16:15). Come possiamo allora raggiungere coloro che sono persi e che devono entrare a far parte di questo Regno? Occorre un’organizzazione, occorre dotare questo Regno di una “ossatura”, di una struttura, che gli consenta agevolmente di muoversi e di essere efficiente ed efficace. E’ a questo punto che molti cercano di trovare vie traverse e mettere il proprio ingegno nell’escogitare trucchi e scorciatoie che consentano di vedere questo regno crescere. Qua cominciano dunque i dolori e l’allontanamento dalla Parola di Dio.
Di una cosa possiamo esserne certi: se ci allontaniamo dalla Parola, Dio si allontanerà da noi. Al contrario, se abitiamo in Lui, (cioè ci avviciniamo ineluttabilmente alla Sua Parola), allora Egli verrà ad abitare in noi, (Giovanni 14:3). Proprio perché noi siamo di un Regno che, come abbiamo visto, ha già un Re, credo che se vogliamo essere fedeli a questo Regno dobbiamo obbedire al nostro Re, (Efesini 5:24) che ci parla e comanda attraverso la Sua Parola e non tramite sensazionalismi o leggi che cercano di buttare polvere negli occhi dei fedeli nel tentativo di sedurli.
La Parola di Dio ci viene incontro dicendo che il SUO REGNO, ovvero la SUA CHIESA, è UN SOLO CORPO.
Efesini 1:22-23 – avendogli posta ogni cosa sotto ai piedi, ed avendolo dato per capo sopra ogni cosa, alla Chiesa; la quale è il corpo d’esso, il compimento di colui che compie tutte le cose in tutti.
Cosa significa che la Chiesa è un corpo? Una mano non può impartire un ordine o un comando a un’altra parte del corpo umano. L’unico centro di comando è il capo, e, seguendo la similitudine, il capo è Cristo Gesù, (v.23). Gli ordini allora li prendiamo direttamente da Dio attraverso la Sua Parola. Ogni chiesa, intesa come un “pezzo” di questo unico corpo, non può e non deve “comandare” un’altra parte del corpo. Deve soltanto COLLABORARE perché il corpo di Cristo funzioni in maniera egregia e compia lo scopo per il quale è stato creato: crescere armoniosamente facendo nuovi proseliti che siano in rotta per la vita eterna, in Cristo Gesù il Signore. Soltanto Cristo ha l’autorità sulla Chiesa, (Colossesi 1:18) ed Egli ha dato indicazioni precise su come organizzare ogni minima parte di questo corpo in modo tale che funzioni ma non a se e/o per se, ma con gli altri e per il Signore! Se siamo fuori da questa visione, stiamo soltanto andando a sbattere come guide cieche contro il primo muro che il demonio ci fabbricherà dinanzi. Non esistono le CHIESE PRINCIPALI, o i quartier generali, ….. che pretendono da lontano e senza rendersi conto delle reali esigenze delle chiese locali, di dettare legge o di controllare il libero sviluppo della chiesa periferica. Dio ci guardi da una simile prospettiva. Le chiese, come tante cellule, devono organizzarsi insieme, e collaborare in un unico spirito. Osserviamo un corpo. Una qualsiasi cellula di un qualsiasi tessuto, svolgerà delle reazioni chimiche indipendenti ma in perfetta sintonia con le cellule che le stanno accanto … non andrà ad interferire con il metabolismo delle cellule limitrofe. E, se questo è vero per cellule della stessa tipologia, è anche vero per cellule che svolgono una funzione totalmente diversa. Chi compie un’azione di questo genere, cioè chi invade una cellula limitrofa si chiama cancro, e il cancro, si sa, … uccide. Le cellule o la varie parti del corpo devono lavorare in piena armonia, sapere quando parlare e quando tacere, sapere quando fare e quando riposare, nel rispetto dei ruoli e delle circostanze, in modo tale che le funzioni del corpo non siano mai compromesse. Soltanto quando le cellule sono libere di esercitare la propria funzione naturale il corpo starà bene e crescerà.
Soltanto il demonio ha bisogno di controllare. E di fare schiavi, Dio ci chiama a libertà, (Giovanni 8:32).
La Chiesa di Cristo è una soltanto. Ha delle locazioni diverse, anche con caratteristiche peculiari che rendono molte realtà diverse l’una dall’altra, ma le Chiese lavorano insieme con la struttura che Dio le ha affidato in modo tale che insieme raggiungano il comune obiettivo di fare proseliti nel mondo. I 120, nell’alto solaio, cioè la prima Chiesa irrorata dal Suo Spirito, ricevettero perché erano di pari consentimento, (Atti cap.2).
La struttura della Chiesa
Vi è un Sommo Pastore che abbiamo individuato precedentemente, (I Pietro 5:14). Ora, il Sommo Pastore ha lasciato, attraverso i Suoi discepoli e Apostoli, una struttura alla quale la chiesa deve adeguarsi. Nella Chiesa NESSUNO è PADRONE, se non Cristo stesso. Tutti siamo chiamati a svolgere il proprio compito nella piena sottomissione gli uni agli altri e nel rispetto dei compiti che il Signore ci ha affidato nella Chiesa stessa. Nella Chiesa deve esserci un Anziano responsabile, che ha la responsabilità di portare la Parola e cibare il popolo, ma il compito non si esaurisce con costui. La Parola di Dio chiaramente ci parla di ANZIANI nell’opera, che devono curare il gregge. Il lavoro, dunque, è di squadra, non individuale. Proprio il capitolo 5 di I Pietro ci illumina a riguardo, quando Paolo si definisce “anziano” insieme agli altri “anziani” che devono condurre il gregge di Dio e pascerlo avendone cura.
I Pietro 5:1-4 – IO esorto gli anziani d’infra voi, io che sono anziano con loro, e testimonio delle sofferenze di Cristo, ed insieme ancora partecipe della gloria che dev’esser manifestata, che voi pasciate la greggia di Dio che è fra voi, avendone la cura, non isforzatamente, ma volontariamente; non per disonesta cupidità del guadagno, ma di animo franco. E non come signoreggiando le eredità, ma essendo gli esempi della greggia. E, quando sarà apparso il sommo Pastore, voi otterrete la corona della gloria che non si appassisce.
Anche ai tempi di Mosè gli anziani erano costituiti sia per prendere decisioni politiche e/o di consiglio al Re, (II Samuele 5:3; II Samuele 17:4,15; I Re 20:7), sia per dirimere questioni spirituali, (Esodo 7:17; Esodo 24:1,9; Numeri 11:16; Numeri 24-25).
Gli anziani sono ordinati con preghiera e supplica in ogni Chiesa, e non sono uno soltanto, la Parola di Dio parla di anziani, non di anziano… Quelle poche volte che il termine viene reso al singolare è solo perché il testo parla ad un anziano in particolare.
Atti 14:23 – E dopo che ebbero loro per ciascuna chiesa ordinati per voti comuni degli anziani, avendo orato con digiuni, li raccomandarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Tito 1:5 – Per questo ti ho lasciato in Creta, acciocché tu dia ordine alle cose che restano, e costituisca degli anziani per ogni città, siccome ti ho ordinato;
Gli anziani dell’opera sono coloro che guardano il gregge. Chiaramente una buona organizzazione vedrà un insieme di anziani che lavorano in sinergia per cercare di portare avanti al meglio la Chiesa, senza che nessuno se ne perda. D’altro canto, sarebbe impensabile che un uomo soltanto, possa pascere un popolo intero dovendo andare di casa in casa e dovendo soccorrere tutto e tutti. Lo stesso Signore, quando doveva sfamare i 5.000 con i pani e i pesci, ordinò ai discepoli di suddividere il popolo in gruppi di 50 e di 100. Un numero che sembra congruo perché un uomo riesca a pascere e a incontrare i bisogni del popolo.
Vi sarà uno degli anziani che porterà il messaggio al popolo riunito, (I Timoteo 5:17) ma ciò non toglie che tutti gli anziani possano pascere il gregge, come già abbiamo letto diverse volte nella Parola di Dio.
Gli anziani sono anche chiamati:
Presbiteri | I Timoteo 4:14;
Guardiani | Atti 20:28; I Pietro 5:2;
Pastori | Efesini 4:11-12;
Vescovi | Filippesi 1:1; I Timoteo 3:1-2;
Questi diversi modi di definire l’anziano ci illumina nel senso dei cinque ministeri nella Chiesa. I Pietro 5 parla di un apostolo che si definisce anziano. Il ministerio apostolico, dunque, viene esercitato dagli anziani, come pure quello di guardiano o Pastore del gregge, come prima richiamato. Proprio Efesini 4:11 sembra anche associare il Pastore al Dottore, (fra l’altro è l’unico riferimento nella Bibbia al Pastore nella Chiesa). Sembra che Dio possa dare dei doni particolari ad alcuni anziani di insegnamento, di profezia o di preghiera, ecc. (Romani 12:3-8; Efesini 4:11; Atti 13:1).
Gli anziani devono essere comprovati nella fede, e non dei novellini. I Timoteo 3:1-7 eTito 1:5-13 ci indicano quali sono le caratteristiche che gli anziani devono avere. Ora con questo non vogliamo ne dobbiamo avere degli schemi rigidi ma neanche possiamo tralasciare la Parola di Dio. Il rischio lo abbiamo già evidenziato. Un anziano non deve essere dedito al vino, (non deve avere delle debolezze particolari), marito di una sola moglie, e in controllo dei figli. Seguire queste raccomandazioni alla lettera potrebbe essere considerato anacronistico e fuorviante da qualcuno. Secondo il nostro modesto avviso, la Parola di Dio è tutta divinamente ispirata, (II Timoteo 3:16). Queste raccomandazioni, che potrebbero essere viste come una sorta di discriminazione, o di sbarramento all’inizio del percorso per persone che poi possono rivelarsi efficaci al servizio di Dio, in realtà hanno un significato molto più profondo dei precetti che recitano: sono sulla carta una buona indicazione per cominciare bene un’opera. Un uomo dedito a vizi particolari di natura veniale, matrimoniale o peggio ancora senza il controllo della propria famiglia, (controllo in senso positivo, attenzione!), come potrà gestire bene la famiglia di Dio? Lungi da noi l’idea di giudicare o di additare chicchessia, ma se a priori gli anziani sono “turbolenti” cioè lontani dalla ricerca della santità di Dio, mi potreste spiegare come facciamo a garantire alla chiesa una corretta pasturazione? Certo, in corso d’opera, potrà accadere qualche debacle, qualche caduta, o qualche figlio che è di animo ribelle al di là della fermezza del padre, ma, ripetiamo, le indicazioni della Parola ci forniscono un ottimo start up, dal quale non ce la sentiamo di allontanarci. E la rigidità soprattutto per coloro che devono condurre il popolo.
Accanto agli anziani Dio ha costituito Diaconi, (Diakonos – “attraverso la terra”). La parola diacono ha molto spesso perso il suo significato principale. Diacono non è quell’uomo che pulisce o rassetta la Chiesa, o che ha un compito squisitamente “materiale”. Nel diaconato è racchiusa un’ampia varietà di compiti che rendono il ruolo del diacono molto importante.
I Timoteo 3:8-13 – Parimente bisogna che i diaconi sieno gravi, non doppi in parole, non dati a molto vino, non disonestamente cupidi del guadagno. Che ritengano il misterio della fede in pura coscienza. Or questi ancora sieno prima provati, poi servano, se sono irreprensibili. Simigliantemente sieno le lor mogli gravi, non calunniatrici, sobrie, fedeli in ogni cosa. I diaconi sien mariti d’una sola moglie, governando bene i figliuoli, e le proprie famiglie. Perciocché coloro che avranno ben servito si acquistano un buon grado, e gran libertà nella fede, ch’è in Cristo Gesù.
Come notiamo, anche nel diaconato vi sono indicazioni similari a quella di un anziano, a volte anche coincidenti. La differenza fondamentale è che il diacono non “pasce” in senso stretto le pecore, ma le assiste, in armonia e coordinamento con il corpo degli anziani della Chiesa.
Atti 6:1-6 — Or in que’ giorni, moltiplicando i discepoli, avvenne un mormorio de’ Greci contro agli Ebrei, perciocchè le lor vedove erano sprezzate nel ministerio cotidiano. E i dodici, raunata la moltitudine de’ discepoli, dissero: Egli non è convenevole che noi, lasciata la parola di Dio, ministriamo alle mense. Perciò, fratelli, avvisate di trovar fra voi sette uomini, de’ quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito Santo, e di sapienza, i quali noi costituiamo sopra quest’affare. E quant’è a noi, noi persevereremo nelle orazioni, e nel ministerio della parola. E questo ragionamento piacque a tutta la moltitudine; ed elessero: Stefano, uomo pieno di fede, e di Spirito Santo, e Filippo, e Procoro, e Nicanor, e Timon, e Parmena, e Nicolao, proselito Antiocheno. I quali si presentarono davanti agli apostoli; ed essi, dopo avere orato, imposero lor le mani.
Nei giorni in cui la Chiesa funziona bene, (“in quei giorni”), i discepoli aumentavano di numero. L’opera di proselitismo era efficace ed efficiente, tanto che pian piano sorse un problema non indifferente per gli Apostoli o anziani della prima Chiesa… Quello che bisognava assistere alla mensa i discepoli stessi. Questa espressione, riprende un termine greco, trapeza, (Dizionario Strong G5132), che risulta essere la contrazione di altri due termini, tessara, (G5064 – quattro) e peze, (G3979 – camminare a piedi). In definitiva dunque, significa “tavolo a quattro piedi” di solito utilizzato per il cibo ma anche per contare i soldi. Ma il termine contiene un’azione di movimento. Questo chiarisce la grossa responsabilità insita nei diaconi. Sono dediti dunque al servizio nella casa del Signore, insieme anche alle proprie mogli che li assistono, come abbiamo letto in I Timoteo. Ma quel termine può significare anche banco, (come di scuola), e ciò rimanda ad un altro e ben più importante compito dei diaconi. Mentre gli apostoli, (gli anziani costituiti nella Chiesa) si dedicavano alla Parola di Dio e alla preghiera, coprendo spiritualmente la Chiesa stessa, i diaconi sbrigavano le incombenze più materiali ma servivano il Signore predicando anche la Parola, come evangelisti. Filippo, Stefano e gli altri che furono chiamati al diaconato, assistevano i fratelli ma non risparmiavano il loro talento nella predicazione del vangelo e nel fare nuovi proseliti, cosa alla quale Dio chiama non soltanto i diaconi, fra l’altro, ma a tutti i fedeli. Gloria a Dio.
II Timoteo 4:1-5 — Io adunque ti protesto, nel cospetto di Dio, e del Signor Gesù Cristo, il quale ha da giudicare i vivi ed i morti, nella sua apparizione, e nel suo regno, che tu predichi la parola, che tu faccia istanza a tempo, e fuor di tempo; riprendi, sgrida, esorta, con ogni pazienza, e dottrina. Perciocché verrà il tempo, che non comporteranno la sana dottrina; ma, pizzicando loro gli orecchi, si accumuleranno dottori, secondo i lor propri appetiti: e rivolteranno le orecchie dalla verità, e si volgeranno alle favole. Ma tu sii vigilante in ogni cosa, soffri afflizioni, fa’ l’opera d’evangelista, fa’ appieno fede del tuo ministerio.
Queste parole furono rivolte ad un anziano, ma la predicazione della Parola deve essere necessariamente di tutti coloro chiamati al servizio nella Chiesa.
Infine, ma non ultimi nel senso umano del termine, ci sono i membri di Chiesa, cioè coloro che hanno obbedito alla chiamata di Dio, (Galati 3:27; Efesini 1:3), i quali obbediscono in riverenza agli anziani, (Ebrei 13:17), ma che hanno pure il compito di insegnare al perduto, (Atti 8:4; II Timoteo 2:24-25; Giacomo 1:27). Nella Scrittura c’è sempre un alto livello di contributo nelle decisioni da parte della congregazione. Avere un leader “dittatore” che prende le decisioni non è biblico (Atti 1:23; Atti 26; Atti 6:3-5;Atti 15:22-30; II Corinzi 8:19). Lo stesso tuttavia dicasi di una chiesa dove non viene dato nessun peso al contributo degli anziani o dei conduttori della chiesa.
In definitiva, dunque, nella Chiesa di Cristo gli organi Anziani-Diaconi, guidano la Chiesa di Cristo, racchiudendo anche i cinque ministeri per la mutua edificazione della Chiesa stessa curando e pascendo il gregge di Dio.
Studio biblico Chiese JESHUA
copyright personale dell’autore Dr. Gabriele Paolini.
Il presente studio può essere utilizzato, riprodotto totalmente e/o parzialmente, purchè non se ne alteri il contenuto e si richiami espressamente la fonte. Qualsiasi comunicazioni in merito al suo utlizzo è ben gradita.
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