Nasco a Torino ad ottobre del 1985 in una famiglia molto “precaria” in quanto mia madre ancora minorenne e mio padre un giovane senza speranza in quanto senza lavoro e molte dipendenze.
La mia vita è subito in salita all’età di due anni i miei genitori si separarono quindi il mio unico riferimento era mia madre una giovanissima donna. Nell’Inverno del 1991 ci trasferimmo a Palermo portandoci dietro tante delusioni e fallimenti, le mie dimore erano diventate le comunità, pensando che cambiando città le cose sarebbero cambiate, ma in realtà continuavo a vivere con il terrore di essere strappato dalle braccia di mia madre per la continua precarietà di dimora e lavoro. Negli anni a seguire le cose sembravano andare meglio nel senso che avevo iniziato ad avere degli amici e andavo con molta frequenza a scuola, quel brutto periodo sembrava ormai superato, riuscivo a fare a meno della presenza di mio padre, anche perché mia madre mi sosteneva in ogni cosa. Nel Dicembre del 1999 mio padre riuscì a contattarci e quella “quasi dimenticanza “si trasformo in una curiosità al tal punto che andai a Torino per incontrarlo.
Mio padre cercò subito di ricucire quel rapporto mai iniziato ed io cominciai ad assaporare il fatto di avere anch’io un padre e mi inserii bene nell’altra metà della mia “famiglia “nel frattempo conobbi una ragazza che mi fece battere forte il cuore, per me era tutto così nuovo così tremendamente bello. Ma tutto durò così poco nemmeno il tempo di realizzare tutto ciò che ritornai a Palermo con tanti dubbi e perplessità, ma dentro sentivo come sé dovesse succedere qualcosa di tragico. Circa un mese dopo quelle perplessità si trasformarono in realtà, mentre ero a scuola ricevetti una telefonata dai carabinieri di Torino, dicendomi che mio padre era morto e quello fu l’inizio della mia fine, quella tragedia mi segnò al tal punto che cominciai ad iniziare a fare uso di stupefacenti di tutti i tipi, pensando che la gioia apparente che dava riusciva a prevalere al “danno “che c’era dentro di me. Più passava il tempo e più iniziavo a perdere l’orientamento della vita, la droga era diventata il mio stimolo più grande, la depressione e l’angoscia erano le mie compagne più fedeli, si addormentavano con me e mi davano il buongiorno, la mia vita si era fermata in quella stanzetta di due metri quadrati, facendo invecchiare giorno dopo giorno l’unica vera donna della mia vita (mia madre)la donna che senza mai perdere la speranza ed implorando il suo Gesù di mantenermi in vita con il suo amore è come diceva mia madre “miracolosamente “riuscii a rimanere indenne fra overdosi e suicidi vari. La mia era un’attesa senza tempo che mi separava dalla morte, il mio unico scopo. Nell’estate del 2005 mia madre insisteva nel parlarmi del suo Gesù invitandomi a partecipare ad un campeggio cristiano, ed io con curiosità decisi di accettare, arrivato lì sembrava tutto così strano, tutti mi dicevano “pace”, ma io non conoscevo ancora questa parola. Combattevo con me stesso perché volevo scappare da quel posto strano fatto di bravi ragazzi, non mi sentivo a mio agio.
Una sera durante un culto sentii una strana sensazione come una voce che parlava al mio cuore, una sensazione incredibile, mi chiedevo come potesse Dio amarmi, non c’era nulla di buono in me. Dopo quella piacevole esperienza tornai a Palermo e cercai subito di dare continuità a quella esperienza e decisi di approfondire la conoscenza di Gesù battezzandomi in acqua, e come promessa dopo due settimane ricevetti il battesimo nello Spirito Santo. Sembrava che la mia vita avesse avuto una piacevole svolta, ma in realtà quella pace e quella gioia durarono poco perché il nemico cominciò a sedurmi con tante menzogne a tal punto che la mia vita diventò più infernale della prima. Ricominciai a fare uso di droghe sempre con dosi più elevate e sono ricaduto in un baratro, la mia mente era distrutta e con lei anche il mio corpo, ogni giorno dovevo procurarmi la mia “condanna” e ricorrevo a furti di vari tipi, ma nonostante tutto Dio non aveva smesso di amarmi, e continuava miracolosamente a mantenermi in vita. Ero così stanco di vivere la mia vita, era come un conto alla rovescia. Ma un giorno dopo l’ennesima scampata morte, mi ricordai di quel Gesù preoccupandomi di un suo rifiuto per la mia disubbidienza, invece lui mi accolse come il figlio al prodigo a braccia aperte, sono cambiati i tempi le circostanze, ma Gesù è rimasto FEDELE. AMEN!
Nino Fedele – notiziecristiane.com
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