Era l’8 giugno del 1972, quando un aereo bombardò il villaggio di Trang Bang, vicino a Saigon (oggi Ho Chi Minh City ), nel Vietnam del Sud, dopo che il pilota sud-vietnamita scambiò un gruppo di civili che stavano lasciando il tempio, per truppe nemiche.
Le bombe contenevano napalm, un combustibile altamente infiammabile, che uccise e ustionò gravemente le persone a terra. L’immagine scattata in bianco e nero, immortala dei bambini in fuga dalla scena, ed ha vinto il Premio Pulitzer ed è stata scelta come la World Press Photo of the Year nel 1972.
Questa foto ha comunicato gli orrori della guerra del Vietnam in una maniera che le parole non avrebbero mai potuto fare, contribuendo a porre fine ad una delle guerre più controverse della storia americana e successivamente diventando un simbolo della crudeltà di tutte le guerre per i bambini e le vittime civili. Nel centro della foto c’era una bambina di nove anni, che correva nuda lungo la strada, dopo aver tolto di dosso i vestiti in fiamme .
Kim Phuc Phan Thi era con la sua famiglia presso la pagoda per partecipare a una celebrazione religiosa, quando l’aereo li colpì e lei perse diversi parenti nel raid aereo. I bambini che correvano con lei erano i suoi fratelli e le sue sorelle. Ho avuto il privilegio di ascoltare Kim parlare ad un meeting in Nuova Zelanda pochi anni fa e, l’anno scorso, è stato commemorato il 40° anniversario del bombardamento.
Lei disse, guardando indietro, che tre miracoli erano accaduti in quel giorno terribile.
Il primo fù che , nonostante le sofferenti ustioni estese di terzo grado all’arto sinistro, posteriori e laterali, le piante dei piedi non furono bruciate e così lei poteva correre.
Il secondo è stato che, dopo che essere collassata e aver perso conoscenza, il fotografo , Nick Ut , la portò al Barsky Hospital di Saigon.
Il terzo era che, sua madre la trovò più tardi in quel giorno, durante la ricerca dei propri figli .
Kim rimase ricoverata per 14 mesi , e subì 17 interventi chirurgici, fino a quando fu guarita dalle ustioni.
Grata per la cura che lei aveva ricevuto, decise in seguito di studiare medicina, ma faticò tanto per le sue profonde cicatrici fisiche e psicologiche. “Il mio cuore era esattamente come una tazza di caffè nero”, ha detto: “Avrei voluto morire in quell’attacco con mio cugino. Avrei desiderato morire in quel momento per non poter soffrire più così … era così difficile per me portare tutto quel peso con quell’odio, con quella rabbia e amarezza” .
Un giorno, quando era studentessa di medicina al secondo anno in Saigon, scoprì un Nuovo Testamento nella biblioteca dell’università , ed impegnò la sua vita nel seguire Gesù Cristo , realizzando che Dio aveva un piano per la sua vita .
Kim non finì mai gli studi di medicina dal momento che il governo comunista del Vietnam la utilizzò come ‘la ragazza napalm’ (Napalm girl), come un simbolo di propaganda. Bui Huy Toan, un altro studente vietnamita che sposò nel 1992.
Lei credeva che nessun uomo avrebbe mai potuto amarla per le sue numerose cicatrici ,ma in seguito studiando a Cuba ,incontrò
Kim e Toan andarono in viaggio di nozze a Mosca. Durante una sosta di rifornimento a Gander,Terranova , lasciarono l’aereo e chiesero asilo politico in Canada, dove gli venne concesso loro di rimanere .
Nel 1994 , l’UNESCO ha designato Kim quale Ambasciatrice di Buona Volontà per la Pace (Goodwill Ambassador for Peace).
Nel 1997 ha fondato la prima Kim Phuc Foundation negli Stati Uniti, con l’obiettivo di fornire assistenza medica e psicologica ai bambini vittime di guerra. Più tardi,altre fondazioni sono state istituite, con lo stesso nome, sotto un’organizzazione ombrello, la Kim Foundation International.
La sua biografia,“The Girl in the Picture”, (La Ragazza nella Foto) fu scritta da Denise Chong ed è stata pubblicata nel 1999.
Nel 2004, Kim ha parlato presso l’Università del Connecticut sulla sua vita e sulla sua esperienza : imparare ad essere ‘forti di fronte al dolore’ e di come la compassione e l’amore l’hanno aiutata a guarire.
Il 28 dicembre 2009 la National Public Radio ha trasmesso il suo saggio, “The Long Road to Forgiveness”.
Kim Phuc, ora ha 50 anni, e vive vicino a Toronto, in Canada, con il marito e i loro due figli, Thomas e Stephen. Ha dedicato la sua vita alla promozione della pace ed a fornire supporto medico e psicologico per aiutare i bambini vittime della guerra in Uganda, Timor Est, Romania, Tagikistan, Kenya, Ghana e in Afghanistan.
“Il perdono mi ha liberato dall’odio. Ho ancora molte cicatrici sul mio corpo e il dolore è forte quasi tutti i giorni, ma il mio cuore è purificato. Il napalm è molto potente , ma la fede, il perdono e l’amore sono molto più potenti.
Non avremmo più la guerra, se tutti potessero imparare a convivere con il vero amore, la speranza e il perdono. Se quella bambina nella foto ha potuto farlo,chiedetevi : Puoi Tu?” ( – Can you? – Kim Phuc , 2008).
«Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere. E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d’un altro; il cuore, dal desiderio, mi si consuma!»Giobbe 19:25-27
Scritto da Dr. Peter Saunders
Tradotto da Saverio Corsini
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook