Alcuni genitori portarono a Gesù i loro bambini perché allontani da loro ogni male. I discepoli temono che stanchino il Maestro con le loro richieste, ma forse pensano anche che il regno dei cieli sia fuori portata dei bambini e che per avvicinarci occorrano maturità e qualità proprie degli adulti.
Ma, come a Capernaum, Gesù ricorda ai discepoli che solo chi è capace di farsi piccolo, chi non vanta meriti personali può aprirsi a Dio e comprendere cose che non potrebbe mai comprendere con la ragione umana.
Il giovane ricco
Il giovane ricco si avvicina a Gesù ha qualità indiscutibili: è ricco, influente (Luca 18.18), osserva i comandamenti e per di più è simpatico e umile (Marco 10:21. Ma le sue buone qualità non gli danno la certezza della vita eterna ed egli ne è consapevole. In buona sostanza, il giovane si crede capace di acquistare da solo la vita eterna. Vuole guadagnarsela, meritarsela. Ma Gesù vuole fargli fare una scoperta importante: l’amore per il prossimo. Il giovane ricco però non accetta di vendere tutto quello che possiede e darlo ai poveri e si allontana rattristato. Ma allora chi ha diritto alla salvezza? Nessuno, nessuno uomo è in grado di guadagnarsela. Insomma Dio non ha niente a che fare con gli orgogliosi, che si credono degni del favore divino. L’uomo deve riconoscere di essere perduto, di non poter fare nulla per la salvezza, di non aver niente di buono da offrire in cambio, ma deve capire che tutto gli viene dal Signore.
Ez. C.
Francesco La Manna – notiziecristiane.com
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