Gesù non dice che può riconciliarci con Dio, ma che Egli lo ha già fatto; a te spetta quindi soltanto accettare quello che il Signore ha già compiuto. Un inglese, tempo fa, mi raccontò una piccola storia che può bene illustrare il significato della riconciliazione. La storia è questa. Un uomo aveva un solo figlio e, come molti figli unici, egli era spesso coccolato, assecondato, e anche rovinato. Crescendo, il ragazzo divenne sempre più testardo, mettendo di frequente nei guai sé stesso e il padre. Un giorno, padre e figlio ebbero un aspro litigio; discussero in maniera violenta, e il padre espresse il desiderio che il figlio se ne andasse di casa e che non tornasse mai più. Il ragazzo rispose che lo avrebbe fatto, e promise che non avrebbe più rimesso piede in quella casa fino a che non fosse stato il padre stesso a chiederglielo. Il vecchio assicurò che non avrebbe mai fatto una simile richiesta. Quindi il giovane lasciò la casa. Ma quando un padre chiude le porte a un figlio, non fa altrettanto la madre.
Parecchie cose possono separare marito e moglie, tante altre un padre dal figlio, ma nulla al mondo potrà mai separare una madre da suo figlio. Così fu per la moglie di quest’uomo ostinato, la quale, però, non poteva impedire che il figlio se ne andasse. Partito il ragazzo, la madre cominciò a scrivergli, supplicandolo di mettersi in contatto con il padre, sicura che egli lo avrebbe perdonato. Ma il ragazzo le diceva: “Non tornerò a casa, fintantoché non sarà lui stesso a chiedermelo”. Ella dunque supplicò il marito, ma questi continuava a risponderle: “non glielo chiederò mai”. Alla fine la madre si ammalò, tanto da essere costretta a rimanere a letto. Ella aveva il cuore spezzato, e quando il marito la vide ormai prossima alla morte, le chiese di esprimere il suo ultimo desiderio. La donna lo guardò; lui sapeva bene cosa significasse quello sguardo. “Sì”, disse lei, “ci sarebbe una cosa che potresti fare: mandare a chiamare nostro figlio. Questo è il mio unico desiderio, e ti chiedo di soddisfarlo. Se tu ora non avrai pietà di lui e non lo amerai, quando io me ne sarò andata chi lo farà?”. “D’accordo”, disse il padre, “gli manderò a dire che intendi vederlo”. “No”, ella “ribatté”, “sai bene che non verrà per me. Se mai lo vedrò, sarà perché tu lo avrai chiamato”. Quindi il padre andò nel suo studio e scrisse un messaggio a proprio nome, chiedendo al figlio di tornare a casa. Non appena ricevette la lettera, il ragazzo partì. Entrando in casa trovò la madre morente, e il padre, accanto al suo letto. Questi si spostò da un’altra parte della stanza e si rifiutò di parlare con il giovane. La madre gli prese la mano, lo baciò e disse: “Ora figliolo, parla con tuo padre. Parla tu per primo, e tutto sarà finito”: Ma il ragazzo rispose: “No, mamma. Io non gli parlo se prima non lo fa lui”. La donna allora prese la mano del marito con una mano e quella del figlio con l’altra, e trascorse i suoi ultimi momenti a cercare la riconciliazione tra le due persone che amava di più. Morì nell’ultimo sforzo di ricongiungere quelle mani. Subito dopo il padre apri le braccia, e strinse il figlio al petto. Peccatore, questo è soltanto un esempio, un misera illustrazione di quello che Gesù ha fatto per te. Dio non è in collera con te. Egli ti offre Cristo. In questo momento io voglio portarti con la mente alla Sua morte espiatoria. Guarda a Gesù, mentre muore per riconciliarti con il Padre, e chiederti se non forse giunto il tempo di avere di nuovo comunione con Lui. Gesù morì affinché io e te fossimo riconciliati con Dio. Accetta il mio consiglio; dopo che avrai finito di leggere il racconto fai pace con Dio. Oh, meraviglioso Evangelo della riconciliazione! Amici, tornate a Dio. E’ il vostro Padre celeste che vi chiama. Dite, come il figlio prodigo tanto tempo fa: “Mi alzerò e andrò da mio padre”; allora ci sarà gioia nel cielo.
Dwight L. Moody
Francesco La Manna – notiziecristiane.com
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