Sentenza Usa, la libertà di religione è ora in pericolo

img-_innerArtFb-_gay_supremeLa sentenza della Corte Suprema degli Usa, che impone la legalizzazione dei “matrimoni” omosessuali in tutti e 50 gli stati, crea un ambiente legale molto pericoloso per la libertà di religione. Benché protetta dal Primo Emendamento e garantita dalla sentenza stessa, ci sono tutti i presupposti perché la libertà di espressione sia limitata nel nome della lotta all’omofobia. I precedenti lo dimostrano e lo stesso linguaggio della sentenza è ambiguo. Senza contare che, con un parallelo scientificamente azzardato, la Corte equipara l’omosessualità all’appartenenza ad un’etnia. Impedire a due persone dello stesso sesso di sposarsi sarà dunque considerato alla stregua di un atto di razzismo.

USA, LA LIBERTA’ DI RELIGIONE E’ ORA IN PERICOLO di Massimo Introvigne

Dopo la sentenza della Corte Suprema degli Usa, che ha imposto a tutti gli stati la legalizzazione delle “nozze” gay, ci si chiede quanto possa durare la tutela della libertà di religione. Benché la sentenza la protegga e affermi che i religiosi saranno liberi di predicare in difesa della famiglia naturale, ci sono tutti i presupposti per una futura repressione di chi si oppone alle “nozze” gay.

SE TI OPPONI ALLE NOZZE GAY SEI “RAZZISTA” di Renzo Puccetti

La sentenza della Corte Suprema degli Usa equipara l’esclusione dei gay dal matrimonio alla segregazione razziale. Ma il paragone è scientificamente infondato, perché non è possibile paragonare una caratteristica genetica ed immutabile ad una condizione a genesi sconosciuta, prevalentemente ambientale e mutevole. Eppure è su questa equiparazione che si fonda anche il ddl Scalfarotto in Italia.

di Massimo Introvigne e Renzo Puccetti

da: lanuovabq.it/


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