Il Vero Servitore

in-attesa-di-aprire-gli-occhi-dello-spirito-davanti-allo-sposo-divinodi J. B. Stoney – Ho meditato a lungo su che tipo di persona dovrebbe essere il servitore se egli fosse davvero qui per Cristo.
Il servitore è chiamato a un posto solenne; egli deve vivere per Dio prima, e poi agire verso gli uomini. Non è tanto quello che fa, quanto quello che egli è. “Sii di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella purezza” (1 Timoteo 4:12, N.R.). Come una stella nel cielo, egli è qui per Dio. Può inoltre avere la sua particolare missione, può aiutare la gente; ma qual è la chiamata e la parte di ogni servitore di Cristo – di uno che è stato chiamato per il Suo servizio, su questa Terra dove Cristo è stato rifiutato, e dove ha mandato lo Spirito Santo? Egli deve iniziare vivendo per Cristo nella potenza dello Spirito Santo nel luogo dove Cristo è stato rigettato.

Quando un uomo inizialmente viene chiamato, spesso è molto zelante, ma ntroppo spesso lo è più per la verità che per il Signore stesso. Questo è il punto in cui la debolezza è stata introdotta nel servizio.
L’esposizione dell’argomento della grazia di Dio, o di qualche verità, è stato il loro scopo, anziché la Persona; la conseguenza è che, in pratica, il servitore cerca sostegno nel suo lavoro, e considera il suo successo contando i suoi seguaci, invece di avere il suo cuore ripieno come quando aveva solo il Signore, e poteva dire: “Nessuno è stato per me, ma io sono qui per Cristo”. Quando il servitore ha a che fare con la gente, è influenzato da loro nelle sue situazioni private, ecc. – non è cioè in grado di dire se ha reso la sua “faccia come una selce”. Il vero servitore deve anche essere in grado di stare da solo, come Paolo nella tempesta, e dire: “Avreste dovuto ascoltarmi” (cfr. Atti 27:21).

Perché un servitore sia qui per Cristo pienamente, deve essere un uomo venuto dal cielo; deve venire da Cristo; non può, altrimenti, essere al di sopra della potenza di Satana (vedi Efesini 6), e non è completamente per il Signore fino a quel momento. “Vegliate dunque” (verso 4). Mi direte che di servitori simili ce ne sono veramente pochi! C’è tanta eccitazione sulle preghiere per l’opera, e per far conoscere il Vangelo alle anime, ma questa non è la Persona, né è l’abilità di restare per il Signore durante una crisi.

Quando vedete un uomo occupato con la sua predicazione, è all’effetto della sua predicazione che egli sta pensando, invece di vedere se ha presentato Cristo alle anime in modo che esse vedano Cristo. Per fare questo deve utilizzare la potenza celeste di Cristo, e deve essere libero da ciò verso cui l’uomo tende per natura; egli deve venire da Cristo, e deve tendere a Cristo. Cristo deve essere la sua meta se è Lui che vuole presentare qui; non può andare oltre ciò che conosce di Lui; il servitore può solo esprimere Cristo così come Lo conosce, e può conoscerLo soltanto mentre è con Lui.

Allora potrà restare in piedi per Cristo al di sopra di tutta la potenza di questo mondo malvagio; allora sarà un vero testimone di Cristo, perché sarà superiore alla potenza del maligno che è nel mondo.

La radice di tutti i fallimenti nel ministero consiste nel trascurare il fatto che non si può far conoscere Cristo se non si viene da Lui.
Il servo non può esprimere Lui se non Lo conosce; “cosa di quello che possiedi non l’hai ricevuto?”. Puoi conoscere le parole della Bibbia e metterle bene insieme, ma non è questo il ministero presente di Cristo; non è il vero ministero di uno che viene da Lui. Mettere insieme dei pensieri, fare dei bei sermoni, può essere molto istruttivo; ma presentare Cristo al mondo è una cosa diversa. Per presentare la Persona, per conoscere il Suo cuore, devi venire da Lui; devi sapere non solo chi Egli era, ma chi Egli è. Questa è la ragione per cui tanti ministeri mancano di definizione. Non c’è uno scopo, né una linea in esso, perché non ha ricevuto istruzioni precise dal Signore. Un servo può spiegare un corso di studi della Parola, o di dottrina, o di condotta – secondo la propria comprensione dell’argomento – e non essere sotto la guida diretta del Signore.

Se un uomo viene da Cristo, egli comunica qualcosa di Cristo ai santi; ogni sforzo nel ministero al di fuori di Lui, tradisce solo il fatto  che quel servitore non conosce lo scopo del ministero – vale a dire, lo scopo di Dio per ogni credente, cioè fargli sapere che egli è unito a Cristo. Perciò la grande opera del servitore è condurre le anime a conoscere ciò, come il servo di Abrahamo doveva portare Rebecca a Isacco. Fino a quando l’anima non realizza di essere unita a Cristo, l’opera del servo non è compiuta. Allora il credente comprende di essere parte di Cristo quaggiù in Terra, nella Sua potenza e per la Sua gioia.

Il servitore che enuncia delle verità può istruire le anime, ma è un servizio del tutto differente presentare a qualcuno la Persona di Cristo, al punto che Egli sia caro al suo cuore; così egli si rallegrerà di essere unito a Lui. L’opera del servitore non è compiuta prima di allora, né sta portando a compimento lo scopo di Dio nel suo servizio, che consiste nel far conoscere più distintamente e realmente Cristo alle anime del Suo popolo, che diventano in pratica parte della Sposa, che Lo chiama insieme allo Spirito Santo affinché venga e regni qui!

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook