Aumenta il controllo su chiese e comunità cristiane. Pastori seguiti e monitorati. Multe e licenziamenti sono forme di pressioni che i cristiani devono affrontare. Si stringe la morsa del controllo dei media con nuovi provvedimenti, rendendo sempre più difficile ogni attività cristiana.
Aumenta il controllo da parte dello stato sulle chiese e le comunità cristiane, in una svolta sempre più da regime totalitario delle autorità turkmene. Nurjamal è un pastore di una chiesa locale e vive costantemente seguito dalla polizia. Non è libero di visitare nemmeno i membri della sua comunità senza essere sorvegliato. La moglie Madina è una dottoressa e lavora in un ospedale locale. Recentemente sta sperimentando pressioni al lavoro e minacce di licenziamento, e appare sempre più chiaro che il motivo è la sua fede cristiana. Quasi il 90% della popolazione in Turkmenistan è musulmana, soprattutto sunnita, con la presenza di comunità sciite.
A marzo 2015 Nurjamal è stato condannato a pagare una multa (pari a 2 volte lo stipendio medio mensile) dopo che la polizia aveva fatto irruzione nella casa di un provato cittadino suo amico e aveva trovato delle Bibbie e degli Injil (Nuovi Testamenti) in turkmeno. La multa dunque era legata all’accusa di aver distribuito letteratura religiosa cristiana. Anche il pastore Zaurek, in un’altra zona, vive le stesse difficoltà, seguito e monitorato in ogni suo passo.
E’ difficile vivere da cristiani in un paese come il Turkmenistan, che occupa la posizione 20 della nostra lista dei primi 50 paesi dove esiste la persecuzione. Nei primi mesi del 2015 una serie di provvedimenti del governo ha ordinato la chiusura di tutti i canali TV e satellitari privati presenti nella nazione. “Per la Chiesa in Turkmenistan questo avrà un enorme impatto. Non ci potranno essere programmi cristiani da vedere o ascoltare e ciò limita la diffusione del Vangelo. Questa restrizione si aggiunge ad altre già presenti: 1) accesso a internet limitato; 2) tutta la produzione e distribuzione interna di materiale religioso è controllata dallo stato; 3) le frontiere turkmene sono strettamente sorvegliate per evitare importazione di materiali ritenuti illegali. Portare il Vangelo in Turkmenistan diventerà sempre più difficile“, ci aggiorna un nostro collaboratore.
Porte Aperte Italia
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