Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì Elia si coprì il volto con il mantello. Uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco venne a lui una voce che gli diceva: che cosa fai qui Elia? (1Re 19,11-13)
La Sacra Scrittura al cap. 19 del primo libro dei Re presenta Elia che fugge verso l’Oreb, dove incontra Dio e riceve la missione che dovrà compiere. Nel Regno del Nord – siamo intorno all’ 850 a.C. – il re Acab e sua moglie Gezabele avevano introdotto il culto di Baal. L’autore sacro ci racconta al cap. 18 come Elia sul monte Carmelo sconfigge e distrugge i profeti di Baal. Naturalmente si sente fiero e protagonista perché ha riportato la verità. Gezabele si infuria e promette che Elia sarà ucciso entro una giornata. Elia si impaurisce e fugge nel deserto.
Elia aveva fatto tutto per Dio, ma non aveva ancora capito che era Dio a voler fare tutto per lui. E c’è voluta una crisi, c’è voluta una prova, c’è voluto un momento duro perché questo uomo, pieno di zelo per il Signore, si fermasse e interrompesse la sua “guerra santa”. Allora Dio lo conduce nel deserto e lìElia apre il suo cuore, parla a Dio: “Basta Signore, prendi la mia vita, perché non sono migliore dei miei padri”. (1Re 19,4)
Questi passi della Bibbia offrono lo spunto per due riflessioni: la prima è come al tempo di Elia anche oggi i Figli di Dio sono chiamati a salire sul monte per combattere i profeti di Baal con la spada affilata della pura Parola di Dio; la seconda è che nel percorso del nostro cammino verso la santità le prove che si presentano dinnanzi a noi spesso hanno la conseguenza positiva di farmi fermare, gettare la spugna dei nostri ragionamenti umani e arrenderci a Dio totalmente, riconoscendo che solo lasciando il timone della nostra vita a Lui possiamo giungere alla meta sicura della Vita eterna.
Quando la Parola di Dio riferendosi agli ultimi tempi parla dell’Elia che deve tornare, questa si riferisce allo spirito di quell’Elia che è in ogni Cristiano rinato di acqua e di spirito il quale ha tutte le caratteristiche del portare la luce della Verità tra le tenebre di questo mondo e si fa condurre non dalla propria mente umana, ma dallo Spirito Santo.
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