Cristiani malaysiani in rivolta: profanate centinaia di copie della bibbia

MALAYSIA_-_bibbia_selangorLe autorità musulmane di Selangor hanno restituito le 321 copie sequestrate a gennaio, aggiungendo una “scritta di avvertimento”. I testi non potranno essere distribuiti nello Stato, perché riportano la parola “Allah” per identificare il Dio cristiano e offendono i musulmani. La leadership cristiana sta preparando un documento formale di protesta.

Kuala Lumpur – I vertici della comunità cristiana malaysiana sono in rivolta per la profanazione di centinaia di copie della bibbia –sequestrate a inizio anno e poi restituite il mese scorso -, perpetrata dalle autorità musulmane dello Stato di Selangor. Come conferma lo stesso sultano di Selangor, Sharafuddin Idris Shah, le 321 copie sono state riconsegnate ai cristiani di Sarawak con impressa una “scritta” di “avvertimento”: i libri sacri contenenti la parola “Allah”, al centro di una annosa controversia nel Paese asiatico, “non dovranno più tornare nello Stato [di Selangor]”. Secondo l’Associazione delle Chiese di Sarawak (Acs) la scoperta è avvenuta solo in una fase successiva alla riconsegna dei testi, avvenuta il 14 novembre nel contesto di una cerimonia ufficiale; diversa l’opinione del sultano, secondo cui la leadership cristiana “era a conoscenza” dell’aggiunta.

Fonti cristiane locali affermano che la Bible Society of Malaysia (Bsm), proprietaria delle copie sequestrate il primo gennaio dal Selangor Islamic Religious Department (Jais), stanno preparando un documento formale di protesta, contro quella che definiscono ulteriore provocazione. Nella stampa impressa dalle autorità islamiche si legge che le bibbie “sono per uso esclusivo dei non musulmani” e “non devono essere pubblicate o usate nello stato di Selangor”. Le copie potranno dunque essere utilizzate solo a Sarawak, nel Borneo malaysiano, dove è presente (come a Sabah) una consistente comunità cristiana.

Intanto il sultano Sharafuddin Idris Shah ha diffuso una nota ufficiale, in cui invita i non musulmani a “rispettare” e “proteggere” la sensibilità religiosa dei fedeli di Maometto in Malaysia e, in particolare, a Selangor. “Mi auguro – ha aggiunto – che non vi siano più stampe e distribuzioni di copie della bibbia a Selangor che contengano la parola Allah”.

Gli attacchi contro la minoranza cristiana di quest’anno – sequestro delle Bibbie, attacchi a chiese e profanazione di tombe – sono originati dalla controversa sentenza della Corte di appello, che impedisce al settimanale cattolico Herald Malaysia di usare la parola “Allah”. All’indomani del verdetto, alcuni funzionari del ministero degli Interni hanno bloccato 2mila copie della rivista dell’arcidiocesi di Kuala Lumpur all’aeroporto di Kota Kinabalu, nello Stato di Sabah. Il sequestro era “giustificato” dalla necessità di verificare se la pubblicazione fosse “conforme” al dispositivo emesso dai magistrati e “non vi fosse un uso illegittimo della parola Allah”.

In Malaysia, nazione di oltre 28 milioni di abitanti in larga maggioranza musulmani (60%), i cristiani sono la terza confessione religiosa (dietro ai buddisti) con un numero di fedeli superiore ai 2,6 milioni; la pubblicazione di un dizionario latino-malese vecchio di 400 anni dimostra come, sin dall’inizio, il termine “Allah” era usato per definire Dio nella Bibbia in lingua locale.

Tratto da: http://www.asianews.it/


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