India, l’affondo dei radicali indù: Basta conversioni al cristianesimo

INDIA_-_1114_-_Rss_(F)In occasione del 50mo anniversario del Vishwa Hindu Parishad (Vhp), un leader estremista ha ribadito che “bisogna far tornare all’induismo” cristiani e musulmani. Il Global Council of Indian Christians (Gcic): “Dichiarazioni illegali e creano sfiducia nei confronti delle minoranze”. La Costituzione indiana garantisce libertà religiosa.

Mumbai – Gli indù non devono convertirsi al cristianesimo e all’islam, e le minoranze devono abbracciare l’induismo. È quanto ribadito dal gruppo paramilitare radicale indù Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss) in occasione dei 50 anni del Vishwa Hindu Parishad (Vhp), un’altra organizzazione estremista. Affermazioni, spiega ad AsiaNews Sajan George – presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) – che sono “assolutamente illegali” dal momento che in India la libertà religiosa è garantita dalla Costituzione.

Leader, militanti e sostenitori del Vhp si sono riuniti l’11 e il 12 novembre scorsi a Tumkur, in Karnataka, per celebrare l’anniversario dell’associazione estremista. Prendendo la parola, Mohan Bhagwat, capo della Rss, ha sottolineato: “C’è bisogno di far tornare all’induismo i convertiti ad altre religioni, come il cristianesimo e l’islam”. “Sono le forze straniere – ha aggiunto – che tentano di distruggere l’unità dell’India ricorrendo alle conversioni e ad altre attività”.

Da sempre i gruppi radicali indù come la Rss e il Vhp – che operano entro l’ombrello del Sangh Parivar – perseguitano le minoranze religiose, anche con azioni violente. Contro quella cristiana, in particolare, c’è spesso l’accusa di “essere stranieri”, e di “comprare” le conversioni con denaro o attività caritatevoli.

“Faccio appello alla National Commission for Minorities (Ncm) – dice Sajan George ad AsiaNews – e alla National Human Rights Commission (Nhrc) per proteggere la vulnerabile comunità cristiana del Karnataka secondo le vigenti garanzie costituzionali”. Oltre a essere illegale, aggiunge, “quelle dichiarazioni mostrano uno smaccato e profondo pregiudizio nei confronti delle minoranze, che può solo alimentare i sospetti e la sfiducia all’interno delle comunità”.

Tratto da: http://www.asianews.it/


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