Da adolescente ribelle a… l’anziano Marco

baAncora una volta vediamo come Dio é potente di trasfomare la vita dell’uomo. Vi presentiamo la testimonianza di un anziano della chiesa che essendo stato liberato dal peccato, ora é servo della giustizia di Dio.

Carissimi nel Signore, vi scrivo in merito a ciò che il Signore Gesù ha fatto nella mia vita e nella vita della mia famiglia.
Devo ritornare indietro con la mente all’anno 1987, anno in cui mi sono sposato. Prima però vi scriverò un po’ della mia adolescenza.

Provengo da una famiglia che mi ha insegnato a crescere con dei valori fin dalla mia fanciullezza. Ho avuto un insegnamento cattolico dalla mia nascita ed ho frequentato, dalla quinta elementare fino alla terza media, il collegio di don Bosco, stando quindi a stretto contatto con la realtà ecclesiale e avendo come insegnante anche un parente di un papa. Nel mio cuore c’era sempre stato un rispetto degli altri e una forma di rispetto del Signore Gesù, una persona che era sempre lì, davanti ai miei occhi tutti i giorni quando assistevo alla messa. Mi chiedevo che cosa rappresentasse veramente quell’immagine appesa alla croce con un aspetto sofferente, al quale accendevo una candela per esprimere il mio rispetto e la mia devozione.

Offrivo preghiere e mi confessavo più di una volta alla settimana ma, nonostante tutte le preghiere e le penitenze a cui venivo chiamato dal confessore, mi accorgevo che invece di avvicinarmi di più alla Divinità mi allontanavo, al punto che ogni volta che uscivo dal confessionale, dopo aver recitato le preghiere, mi comportavo sempre peggio. Non avevo mai bestemmiato, ma avendo sentito farlo un giorno da un prete che doveva invece essere il mio esempio dissi fra me e me: “Se lo fa lui che dice di credere, perché non posso farlo anche io?”.
All’età di 14 anni da un istituto in cui vi erano solo ragazzi, mi trovai alle superiori in un istituto dove vi erano quasi solo ragazze. Mi accorsi dell’importanza di apparire per piacere all’altro sesso, così cominciai a frequentare compagnie che mi isolavano di più dalla mia famiglia, al punto che mi trovai già a quell’età ad entrare in sala corse e a giocare d’azzardo alle corse dei cavalli. Cominciai a giocare le 500 Lire [€ 0,26], ma mi trovai dopo qualche anno a giocare anche 200.000 Lire [€ 103,29], con il risultato che, é vero, ho provato l’ebrezza di vincere anche in un solo giorno 1 milione e mezzo delle vecchie lire [€ 774,69], ma anche quella di essere spesso in bolletta e cercare di calmare la sete del gioco che mi attanagliava con bugie e piccoli furti. I miei genitori si accorsero e mi punirono duramente. Non riconoscendo in me che quella punizione serviva per togliere il male che si era radicato sempre di più, crebbi con il rancore nel mio cuore, dicendomi che un giorno l’avrei fatta pagare ai miei genitori. Incominciai anche a fumare, solo per farmi vedere, per essere come gli altri, a frequentare discoteche e mi ritrovai, a 18 anni, a fumare anche due pacchetti di sigarette al giorno e ad andare tre volte alla settimana in discoteca.

L’età dell’adolescenza mi portò a frequentare compagnie allegre, piene di vita (pensavo allora), arrivando a sera con l’intento di uscire e divertirsi, cercando sempre di più divertimenti che a volte dovevano arrivare sempre più in là, quasi all’estremo, secondo una canzone del tempo che non solo cantavamo ma che cercavamo di farla diventare un nostro motto: vivere una vita spericolata.
Dentro di me però vi era sempre insoddisfazione, per quanto fossi pieno di vita quando ero con gli altri, mi ritrovavo però alla sera vuoto e frustrato. Provai anche qualche droga leggera, sempre perché uno della mia compagnia ne faceva uso quotidiano. Vicino a me cominciavo a vedere alcuni che volevano provare di più e si buttarono nella cocaina.
Frequentavo la discoteca sempre di più, ero arrivato a cinque volte alla settimana, anche perché non pagavo l’ingresso, dato che ero diventato un ballerino e che insieme ad alcuni della mia compagnia avevamo il compito di coinvolgere ed aprire i balli in discoteca.

A 20 anni conobbi Loredana, la ragazza che poi divenne mia moglie. Sapevo che era la donna che il Signore aveva preparato per me (benché non conoscessi ancora Gesù), ma nonostante avessi tutto: una ragazza bellissima, soldi, macchina, compagnia e divertimenti, il mio cuore era sempre più vuoto. Nel frattempo come vizio si aggiunse anche la pornografia (proprio come dice la Bibbia che un abisso chiama un altro abisso), non bastandomi più solo la mia ragazza, ma cercando qualcosa di immaginario che ti lega ancora di più al sesso ed alle sue perversioni.

Verso la metà degli anni 80, mio padre conobbe personalmente il Signore Gesù, e nonostante mi testimoniasse di questo Gesù vivente, mi arrabbiai ancora di più, pensando che tutto quello che c’era da sapere sulla religione io lo sapevo già. Quanto mi sbagliavo! Da quel momento, per molte volte, il Signore Gesù cominciò a parlare al mio cuore, ma io resistevo alla voce del Signore che voleva farsi conoscere nella mia vita.

Arrivò il momento in cui dovevo sposarmi, partecipai ai corsi prematrimoniali che si svolgono nella chiesa cattolica e mi ricordo, come fosse oggi, che alla domanda del prete su quale posto deve avere Cristo nella vita e nella famiglia, io risposi baldanzoso “il primo!”, ma una voce mi disse chiaramente: “Mi hai dato veramente il primo posto nella tua vita?”. Questo mi compunse, ma ancora resistevo a Gesù. Mi sposai nella chiesa cattolica, i miei parenti vennero alla cerimonia. Nel frattempo della mia famiglia avevano accettato Gesù anche mia madre e mia sorella e insieme al regalo di matrimonio ci diedero anche una Bibbia.

Andammo in viaggio di nozze ed al ritorno da esso mi ricordo che la mattina seguente mentre mi trovavo nel letto dissi a mia moglie: “Lory, dove hai messo la Bibbia che ci hanno regalato?”. Ci fu silenzio, e dopo circa un paio di minuti mia moglie me la portò, lanciandola sul letto. Come si fa con ogni libro lo aprii dalla prima pagina, cominciando a leggere dalla Genesi, ma dopo un paio di pagine cominciai a non capire cosa stavo leggendo e la chiusi. A quel tempo lavoravo con mio padre e mi ricordo che la mattina seguente mi presentai al lavoro con la Bibbia sotto il braccio (fino a quel giorno mi presentavo con la Gazzetta dello sport sotto il braccio). Mio padre al vedermi con la Bibbia sorrise, ma io seriamente gli dissi:”Hai poco da ridere, io ho provato a leggerla, ma non ci ho capito niente!”. Fu così che mi spiegò l’importanza della Bibbia e che era l’unico libro che non andava letto subito dalla prima pagina, ma che dovevo comprendere prima il messaggio della salvezza dato da Gesù nel Nuovo Testamento. Mi mise un segno nel Vangelo di Matteo e mi disse di pregare prima di leggere e di chiedere luce per capire. Sembrava così facile: pregare usando le proprie parole. Capii per la prima volta che le parole che escono dal cuore possono essere poche, ma producono un grande effetto!

Mi ricordo che aprii la Bibbia, andai al Vangelo di Matteo, lessi le genealogie e poi, fu come vedere un vetro davanti ai miei occhi andare in frantumi, una fame di leggere la Bibbia mai provata, al punto che lessi il Nuovo Testamento in una settimana. La preghiera fatta con parole che uscivano dal cuore fu una cosa difficile da spiegare. Sapevo che fisicamente ero solo quando pregavo, ma sembrava che nella stanza non lo fossi, cercai sempre più Gesù in Spirito e verità, chiedendo che mi perdonasse dei miei peccati, che mi togliesse il vizio della pornografia, che mi salvasse e che mi battezzasse di Spirito Santo. Questo fece il mio Signore Gesù, mi diede la vera vita, quella che desideravo da sempre ma che non avevo, e quel vuoto che c’era nel mio cuore ora è riempito dalla sua presenza, una santa presenza. Io non desideravo più le cose di prima, ma mia moglie non capiva! Compresi l’importanza della preghiera, e dopo qualche mese anche mia moglie conobbe Gesù come suo personale Salvatore.

Come tutte le famiglie desideravamo diventare genitori, ma ciò non accadde e subentrò angoscia e amarezza, sapevamo che Gesù ci amava e che Lui poteva fare qualsiasi cosa, ma non comprendevamo perché non lo facesse. Andammo da vari medici, ci sottoponemmo a varie visite, anche molto dispendiose, per amore di mia  moglie feci anche un intervanto chirurgico per vedere se ci sarebbe stata qualche possibilità in più, ma nulla accadde.
Passarono gli anni, continuavamo a pregare per avere figli, ma non accadeva nulla… eppure nel nostro cuore avevamo pace, sapendo che il Signore Gesù avrebbe fatto tutto al momento giusto. E così fu!
Dopo 13 anni di matrimonio é arrivata Alessia, la nostra gioia e la gioia dei nostri familiari. Siamo riconoscenti al Signore per tutto quello che ha fatto e che farà ancora, perché le misericordie e la benignità del Signore sono infinite!

Oggi lo servo quale anziano nella nostra comunità e ti invito a fare quel passo di fede verso Gesù, a cercarlo con un cuore aperto e sincero, non nascondendo chi sei o cosa hai fatto perché Lui sa tutto di te!
Quando proverai la gioia del perdono e l’amore del Signore non potrai fare a meno di dirlo ad altri, perché Lui, Gesù, é la risposta al vuoto che vi é nel cuore. Vuoi fare anche tu questa esperienza? Che cosa aspetti, Lui vuole farsi conoscere!

Che Dio ti benedica!

Fonte: http://www.betaniachiesaevangelica.it/


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