Mogherini: “Serve uno Stato palestinese, con Gerusalemme capitale di due Stati”.

09_giraffada_fIl capo della diplomazia europea Federica Mogherini, nuovo ministro degli Esteri da poco, ha rilanciato con forza l’azione U.E. per il riavvio del processo di pace in Medio Oriente, nel quadro della soluzione a 2 nazioni e con “Gerusalemme capitale di due stati”’. Il tutto con l’obiettivo della nascita dello Stato Palestinese. Lo ha ripetuto alla leadership israeliana e palestinese visitando Israele e Gaza e la Cisgiordania e, nell’urgenza di concretizzare questo disegno, proseguirà per Amman dove vedrà re Abdallah di Giordania: sul tavolo le tensioni in atto nella zona, a cominciare da Gerusalemme. Il ministro italiano ha più volte sottolineato il principio di fondo della sua prima missione (il mondo non tollererà una quarta guerra) a una settimana dalla nomina come membro dell’Unione Europea. La ripresa del negoziato, il passaggio dal “cessate il fuoco nella Striscia di Gaza” al consolidamento di una stabilità effettiva, la nascita dello Stato Palestinese e la sicurezza di Israele, sono i temi sui quali il capo della diplomazia Ue intende impegnarsi, appunto perché conscia delle difficoltà sul campo ma anche del tempo che passa.

L’Anp, Autorità Nazionale Palestinese, presenterà entro novembre al Consiglio di sicurezza dell’Onu il riconoscimento della Palestina quale stato a tutti gli effetti, malgrado l’attuale opposizione di Israele e degli Usa. Mogherini ha rivendicato sia il sostegno Ue al nuovo governo palestinese di unità, sia il ruolo politico giocato dall’Europa nell’ottenere un cessate il fuoco dopo i 50 giorni di guerra nella striscia di Gaza. Gerusalemme deve essere un esempio di coesistenza, insistono da più parti, ma è chiaro che questi signori politici non hanno alcuna conoscenza scritturale delle promesse di Dio al suo popolo. Orbene, davanti a queste parole si resta sconcertati e, nel contempo, si ha conferma che siamo vicini al ritorno del Signore; infatti, uno Stato Palestinese accanto a quello d’Israele, nella stessa terra e con la medesima capitale, Gerusalemme, che naturalmente dovrebbe essere divisa in due, non ha alcun riferimento scritturale perché Dio ha benedetto Israele attraverso la discendenza di Isacco, figlio della promessa (Genesi 26:4), e non di Ismaele figlio della “carne”, cioè della schiava Agar.

Oltremodo, questa soluzione di compromesso placherà – in apparenza –  gli animi dei palestinesi, calmando la tensione in Medioriente ma realizzando le mire degli antichi Filistei che vogliono sopraffare, politicamente e geograficamente, il popolo ebreo perché Israele è l’unica nazione democratica circondata da stati musulmani! Il diavolo tenta da sempre di ostacolare i progetti di Dio, ma non ci è mai riuscito e mai ci riuscirà perché Yavhè è l’Iddio che va sempre avanti e mai indietro: al tempo di Mosè, tentò di eliminare il liberatore di Israele ma il suo piano fallì perché Dio preservò Mosè, mentre all’epoca di Ester cercò di far sterminare Israele per mezzo di Amman, segretario del re Assuero. Dio suscitò Mardocheo, e questi salvò gli ebrei! Al tempo di Gesù, il tentatore cercò di impedire la salvezza del mondo tramite Cristo, ma il suo progetto fallì nonostante morirono molti primogeniti di Israele a causa di Erode.

E’ naturale, quindi, che satana si serva della politica e della diplomazia internazionale per fare in modo che gli islamici impediscano a Israele di sussistere, ma i propositi dell’Ue, di Obama e dell’Italia falliranno benché, per breve tempo, i popoli della terra penseranno di aver trovato – finalmente – quella tanto agognata “pax mundi”! In verità, quanto accade in terrasanta non ha motivazioni di natura finanziaria o giuridica, ma è una questione esclusivamente di natura “spirituale” perché nei cieli di Sion si svolge, da duemila anni, una guerra invisibile fra potenze celesti ed eserciti di Dio. Però, le promesse fatte ad Abramo in Genesi 12 (“sarai padre di una grande discendenza e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”) si compiranno alla lettera, e ciò si attuerà tramite la linea patriarcale Isacco-Giacobbe e non attraverso la discendenza Ismaele-Esaù.

Un giorno, questa realtà sarà palese a tutte le nazioni perché Cristo libererà il suo popolo dall’oppressione degli stranieri (Zaccaria 14:2-4), ragion per cui l’impegno del ministro italiano sta accelerando il momento storico epocale mondiale futuro in cui tutti invocheranno “pace e sicurezza” (1^ Tessalonicesi 5:3): ma Gerusalemme non sarà mai una città “divisa” perché la Tunica del Signore Gesù non poté essere strappata (Giovanni 19:23)! La città “santa” (Gerusalemme) è indivisibile.
Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com


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