Colombia, Terra e violenza politica, una sentenza storica

http://www.cristiani.info/wp-content/uploads/2013/03/UP-COLOMBIA.jpegMisna News –  Il Tribunale superiore di Bogotá ha ordinato la restituzione di 70 ettari di terra sottratti con la forza nel 1991 a un dirigente comunale della Unión Patriótica (Up), schieramento di sinistra letteralmente sterminato dai paramilitari, dai narcotrafficanti e dalle forze governative fra gli anni ‘80 e ‘90.

Si tratta del primo riconoscimento a familiari dei militanti dell’Up assassinati dall’entrata in vigore della cosiddetta ‘Legge delle vittime e della restituzione delle terre’, nel gennaio 2012, e giunge proprio mentre lo schieramento cerca di recuperare la personalità giuridica persa nel 2002. Fonti di stampa precisando che beneficiari della storica sentenza sono la moglie e i tre figli della vittima, di cui non è stata svelata l’identità. Il terreno strappato ai legittimi proprietari si trova in località Servitá, nelle campagne di Villavicencio, nel dipartimento centrale di Meta.

Secondo gli inquirenti, il proprietario cominciò a ricevere minacce di morte da uomini armati nel 1991 affinché cedesse la fattoria per 10 milioni di pesos dell’epoca (circa 4000 euro oggi) che mai gli furono versati; fu quindi costretto a vendere il lotto, passato in mano a un narcotrafficante, prima di essere ucciso. Il tribunale ha stabilito chela vendita del terreno fu frutto di “pressione indebita” annullando così il contratto e offrendo alla famiglia la possibilità di recuperare la proprietà. Casi analoghi, secondo la stessa corte, sono stati segnalati in 23 dei 29 comuni del dipartimento di Meta.

L’Up nacque nel 1985 grazie a un accordo tra il governo di Belisario Betancur (1982-1986) e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), nel primo processo di pace formale fra le parti, infine fallito. Dalla sua fondazione, l’Up fu oggetto di una campagna di sterminio in cui si contarono – secondo le stime più accreditate, essendo sempre stato impossibile stilare un bilancio certo – oltre 4000 vittime tra dirigenti e militanti, inclusi due candidati alla presidenza, 13 parlamentari, 70 consiglieri comunali e 11 sindaci.

 


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