La recente campagna di sensibilizzazione sulla SLA (o Morbo di Lo Gehrigh), che è una malattia neurodegenerativa, mediante la “secchiata” di acqua gelida su imitazione della ICE BUCHET CHALLENGE nata in America, e alla quale hanno aderito volti noti della politica (Renzi), molte star italiane (Littizzetto, Fiorello) e persino divi (!) del mondo del porno (R. Siffredi), se da un lato ha suscitato una maggiore sensibilità e attenzione dei media sulla realtà di questa malattia, dall’altro non ha spinto l’opinione pubblica a porsi una legittima domanda: perché le malattie del XXI secolo (Aids, Alzheimer, Parkinson, Sla) si stanno intensificando, nonostante la medicina abbia fatto passi da gigante? Come mai questi morbi stanno assumendo delle vere e proprie forme di “virulenze” (epidemie)? Sebbene l’iniziativa mediatica della “doccia” fredda possa essere in un qualche modo apprezzata, onde attirare la collettività, e il governo, a stanziare maggiori fondi per la
ricerca nel tentativo di arginare l’epidemia attraverso misure idonee che contrastino efficacemente l’espansione della Sclerosi Laterale Amiotrica, pochi tuttavia riflettono sull’aumento di questo morbo (in Italia si stimano almeno 3.500 malati e 1.000 nuovi casi all’anno) che non è circoscritto solo alla nostra nazione. Non è esagerato definire la Sla alla stregua di una “piaga” sociale! Orbene, nel mezzo di questi divertenti secchiate (che impazzano su youtube e twitter), anche il virus dell’Ebola sta mietendo vittime, come si deduce dai dati Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) sul contagio che registrano, purtroppo, più di mille morti in Africa occidentale dall’inizio del primo caso; finanche la Fao è in apprensione per la rapida diffusione del virus che, mutando geneticamente, sta creando inquietudine nel campo della “sicurezza alimentare” dei Paesi maggiormente colpiti. Dopo la Liberia e la Nigeria, da qualche giorno pure il Congo registra casi
di contagio. Malgrado la bibbia non addebiti automaticamente ogni malattia o infermità direttamente al “peccato”, poiché la malattia non rientrava nel disegno di Dio all’atto della creazione dell’uomo, essa però può diventare l’occasione favorevole perché si manifesti l’opera guaritrice e la Gloria di Dio. I testi sacri riportano, infatti, degli episodi in cui determinate affezioni erano logica conseguenza di una qualche situazione peccaminosa: il paralitico guarito presso la piscina di Betesda (Giovanni 5,14), la cui infermità derivava da una grave trasgressione, tant’è che Gesù raccomanda all’uomo di non “peccare” oltre, e il “cieco” dalla nascita (Giovanni 9,2-3) la cui malattia fu uno strumento perché si manifestasse la Potenza guaritrice del Signore. Sicuramente la pietà cristiana ci esorta a dare un aiuto concreto a ogni genere di ammalato e a pregare per lui, ma come credenti non possiamo far finta di nulla sulla realtà tragica della Sla e
delle altre sindromi presenti nel mondo, adeguandoci al concetto comune che l’intensificazione di simili disturbi sia il frutto della naturale “evoluzione” degenerativa dovuta, probabilmente, all’inquinamento atmosferico o smog (agenti tossici, asma, allergie), a quello agricolo (uso dei pesticidi) o all’inquinamento marino (salmonellosi, colera). Benchè potrebbe esserci una qualche associazione con le variazioni ambientali, le attuali sperimentazioni sulle “cellule staminali” sono in fase di studio e nessuno, al momento, ha scoperto la causa di questa sindrome degenerativa; certamente bisogna essere grati per le ricerche e l’impegno appassionato di tutti gli operatori sanitari, scienziati e ricercatori che curano il benessere dell’organismo (l’evangelista Luca era medico – cfr. Col. 4,14), tuttavia non possiamo dimenticare che la “disobbedienza” della prima famiglia umana ha avuto un impatto negativo su sé stessa (partorirai con dolore – cfr. Genesi
3,16), sul suolo (la terra sarà maledetta per causa tua – cfr. Genesi 3,17) e persino sugli animali (le bestie non si sbranavano prima del peccato di Adamo ma si nutrivano di erbe – Genesi 2,30). Pertanto, tenuto conto che non è corretto – biblicamente parlando – affermare che Dio “manda” i malanni ma piuttosto li “permette”, come nel caso di Paolo di Tarso che era afflitto da una “spina” nel fianco affinchè non si insuperbisse per le alte rivelazioni concessegli dall’Eterno (2^ Cor. 12,7), davanti alla tragica realtà della Sla e delle altre malattie virali possiamo trascurare gli avvertimenti del Signore che, in tema di “ultimi tempi”, dice apertamente che “ci saranno pestilenze in vari luoghi” (Matteo 24,7)? E se in Apocalisse 6,8 si parla di un cavallo di colore “giallo” (che è il colore del pallore di un ammalato) che sarà apportatore di “spada, fame e mortalità”, gli attuali morbi presagiscono i futuri flagelli?
Salvatore Di Fede
[notiziecristiane.com]
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