Nell’attacco morirono rabbi Gavriel Holtzberg, sua moglie Rivky e altre 4 persone: il piccolo Moshe, loro figlio, sopravvisse grazie alla tata indiana. Oggi la struttura ritorna agibile: “Questo progetto è un seme di luce e di speranza, che ci ricorda come si possa sopravvivere anche alla più terribile delle sfide. Il male non prevarrà”.
Mumbai (AsiaNews) – Alla presenza di 25 rabbini da tutta l’Asia, oggi la comunità ebraica di Mumbai ha festeggiato la riapertura del Centro culturale “Chabad House” e reso omaggio alla memoria di rabbi Gavriel Holtzberg e di sua moglie Rivky (nella foto), morti insieme ad altre 4 persone durante i terribili attacchi terroristici del 26 novembre 2008. Il figlio della coppia Moshe, all’epoca di 2 anni di età, è sopravvissuto grazie alla tata indiana Sandra, che lo ha difeso dagli assalitori.
Ora il complesso edilizio avrà anche un museo: “Siamo molto felici della riapertura – spiega un residente – e speriamo che la polizia faccia attenzione a ogni minaccia. I familiari delle vittime hanno sofferto molto”. Il rabbi Moshe Kotlarsky, membro del movimento ortodosso Chabad-Lubavitch (che ha sostenuto i lavori di ristrutturazione), dice: “Questo progetto è un seme di luce e di speranza, che ci ricorda come si possa sopravvivere anche alla più terribile delle sfide. Il male non prevarrà”.
Il Centro sarà guidato da rabbi Yisroel Kozlovsky e da sua moglie Chaya: entrambi hanno chiarito che “continueranno l’opera di Gabi e Rivky”. Tutte le attività in corso prima dell’attentato “riprenderanno come erano previste, e con l’aiuto di Dio potremo espanderle”. Nato nel 2003, il Chabad era stato pensato per sopperire alle necessità religiose dei cittadini israeliani in visita a Mumbai, degli uomini d’affari costretti per lavoro a visite frequenti e ovviamente della piccola comunità ebraica locale.
di Nirmala Carvalho
Fonte: http://www.asianews.it/
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