Presa la più grande città cristiana nel nord dell’Iraq. (ve/ref.ch) L’Isis si è impadronito negli ultimi giorni di altre 15 cittadine e villaggi iracheni, oltre alla grande diga 35 km a nord di Mosul, sul Tigri, da cui dipende l’irrigazione nella piana di Ninive. I miliziani dell’Isis hanno preso Bakhdida e minacciano ora la regione autonoma del Kurdistan iracheno, mentre le forze curde dei Peshmerga sono rimaste da sole – col probabile sostegno di forze aeree americane – a cercare di fermare la loro avanzata.
Minoranze religiose in fuga
La milizia jihadista ha conquistato anche la città cristiana di Bakhdida, a sudest di Mossul. Migliaia di cristiani sono in fuga. Il patriarca caldeo Louis Raphael I. Sako ha ripetuto la richiesta di aiuto urgente alla Comunità internazionale, ha riportato l’organizzazione cristiana francese “Fraternité en Irak”.
In una telefonata alla “Fraternité”, Sako ha detto che molti cristiani stanno fuggendo a piedi verso il territorio curdo di Dohuk ed Erbil. Tra i profughi ci sarebbero molte persone anziane, donne incinte e bambini. Le temperature nella zona raggiungono punte estremamente elevate e rendono la situazione dei fuggiaschi ancora più critica.
La piana di Ninive in mano all’Isis
Il Consiglio mondiale degli Aramei, con sede a Södertälje, in Svezia, ha comunicato ieri che oltre 40’000 famiglie – e dunque oltre 200’000 persone – starebbero lasciando la pianura di Ninive. “Nella regione di Ninive non ci sono ormai più cristiani”, afferma il Consiglio in una nota diramata ieri.
Secondo l’organizzazione “Fraternité en Irak”, che riprende notizie raccolte tra i responsabili cristiani di Bakhdida, i comandanti delle truppe curde stazionate nella città hanno ordinato la ritirata verso nord perché non sono in grado di tenere testa ai miliziani dell’Isis. E le forze curde si starebbero ritirando anche da altri centri della piana di Ninive: Karamlish, Bartalla, Ba’ashika, Tel Kaif, Al Qosh, Tel Eskof e Batnaya.
L’esodo è iniziato nel 2003
La città di Bakhdida – chiamata anche Qaraqosh -, situata a una trentina di chilometri a sudest di Mossul, contava circa 50’000 abitanti, quasi tutti cristiani. La maggior parte di quei cristiani appartengono alle chiese siro-cattolica e siro-ortodossa.
La presenza cristiana nell’area di Nimrud e Ninive risale ai primi secoli della nostra era. Dopo l’invasione americana dell’Iraq, nel 2003, l’accresciuta tensione tra le comunità di fede aveva già spinto molte persone ad andarsene. Ora la situazione è drammaticamente peggiorata in seguito all’espansione delle milizie dell’Isis che hanno proclamato la costituzione di un Califfato che prevede l’allontanamento – quando non l’eliminazione – delle minoranze religiose.
Tratto da: http://www.voceevangelica.ch/
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