PAVIA – Sulle cartine del Piano di governo del territorio sono indicate con il colore lilla. Sono le tre aree destinate a ospitare edifici di culto. A inserirle, la giunta Cattaneo, che ha “licenziato” il Pgt, nel rispetto di una legge che obbliga i Comuni a prevedere questi spazi nella programmazione del territorio. E a palazzo Mezzabarba (sede del Comune di Pavia, ndr) sono già arrivate cinque richieste da parte di esponenti di confessioni religiose, diverse dalla cattolica, che cercano una sede. Nel dettaglio, due sono state depositate dai Testimoni di Geova, una dalla Conferenza evangelica nazionale, una dal movimento “Vivere in Cristo” (vicino al protestantesimo) e l’ultima dall’associazione islamica Dar es Salaam (casa della pace).
A parte una delle domande dei Testimoni di Geova, che risale al 2011, tutte le altre sono state depositate nel 2014. Per l’assegnazione delle aree, probabilmente, verrà seguita una procedura pubblica, anche se siamo ancora in una fase preliminare.
«La nostra posizione – spiega il sindaco, Massimo Depaoli – è quella di privilegiare le proposte che non comportano consumo di suolo. Quindi, se ci proporranno di ristrutturare e riconvertire edifici già esistenti, per il Comune sarà una scelta migliore.
Quanto alle assegnazioni delle aree, è un tema ancora da affrontare e da discutere. Servirà un tavolo di concertazione per valutare tutti gli aspetti della questione».
In realtà, in molti casi la pratica religiosa già avviene, a prescindere dall’edificio scelto. Per quanto riguarda la religione islamica, ad esempio, i fedeli si ritrovano in abitazioni private in via Alzaia e in via Villa Eleonora per le preghiere e al palazzetto di via Treves (che viene loro affittato dal Comune) in occasione delle ricorrenze più importanti. Questi spazi sono ormai insufficienti, considerato che i musulmani che vivono in provincia di Pavia sono circa tremila. Tanto che, pochi mesi fa, lo stesso vescovo, Giovanni Giudici, dialogò con alcuni esponenti della comunità islamica che chiedevano il permesso di poter realizzare (a loro spese) una moschea.
Gli evangelici delle Assemblee di Dio in Italia, invece, hanno realizzato una chiesa in via Ferrari (zona Paiola). Vi sono, poi, situazioni particolari, come quella dei Testimoni di Geova che hanno la propria sede all’interno del campo nomadi di viale Bramante. Insomma, i seguaci di molte confessioni già esercitano il diritto che viene loro riconosciuto dalla Costituzione, anche se utilizzando sedi più o meno “di fortuna”. La previsione di aree apposite è stata fatta dal legislatore per consentire a ciascuno la libertà di esprimere la propria fede.
di: Fabrizio Merli
da: laprovinciapavese.gelocal.it
data: 7/8/2014
(Nella foto da WikiCommons: Il Municipio di Pavia)
Tratto da: http://www.evangelici.net/
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook