Chazan, il medico polacco licenziato per l’obiezione di coscienza: «Il mio ospedale è intitolato alla Santa Famiglia, non alla polizia sovietica»

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bogdan-chazanIl dottore si è rifiutato di far abortire una donna, offrendo in cambio cure per il figlio. «Anche se malformati i bambini meritano il nostro amore». Multato, licenziato e linciato pubblicamente sui giornali. È questa la sorte toccata al direttore dell’ospedale della Santa Famiglia a Varsavia, il dottor Bogdan Chazan, per essersi rifiutato di praticare un aborto invocando l’obiezione di coscienza. «Il mio caso non è l’unico in Polonia, dove non si può esplicitamente fare obiezione di coscienza», ha dichiarato a Lifesitenews.

DISCRIMINAZIONE. «Ad esempio, conosco il caso di una donna molto conosciuta a cui hanno negato un post-dottorato per le sue posizioni a favore della vita», continua il medico. «Di recente un candidato al posto di direttore del reparto di ginecologia presso la Medical University è stato scartato dopo aver ammesso che aveva firmato la Dichiarazione di fede e coscienza (insieme a migliaia di altri medici in Polonia, rigettando l’aborto, ndr)».

MULTA DI 17 MILA EURO. Chazan è finito nei guai per essersi rifiutato di abortire il figlio di una donna concepito con la fecondazione assistita. Chazan, contrariamente a quanto previsto dalla legge, non ha riferito la donna a un altro medico per l’aborto e lei lo ha denunciato. L’ospedale è stato condannato a pagare 17 mila euro di multa, misura che secondo Chazan «è punitiva. Soprattutto se si considera che in Polonia la maggior parte dei medici non pratica aborti per ragioni morali».
La norma che prevede di riferire chi vuole abortire a un medico disponibile è molto contestata in Polonia ed è attualmente oggetto di un ricorso al Tribunale costituzionale da parte del Consiglio nazionale dei medici.

«NON È L’OSPEDALE DZERZHINSKY». Il sindaco di Varsavia ha anche annunciato il licenziamento del medico, «anche se ancora non ho ricevuto nessuna comunicazione. È una punizione dolorosa e ingiusta visto che sotto di me l’ospedale si è sviluppato e modernizzato, diventando uno tra i più popolari di Varsavia». Un ospedale «in cui però io non voglio praticare aborti. Altrimenti al posto di Santa Famiglia, dovremmo chiamarlo Felix Dzerzhinsky (membro polacco della polizia segreta sovietica, ndr)».

«MERITANO IL NOSTRO AMORE». La madre del bambino aveva richiesto l’aborto perché il feto mostrava anomalie. Il bambino, che alla fine è nato, è morto pochi giorni dopo il parto. «I problemi del bambino non sembravano così seri allora e sembrava possibile operarlo», spiega Chazan. «Io penso che non dovremmo trattare le persone a seconda di come appaiono. Il dottor Debski (che si è recato in televisione per dire che il bambino non doveva nascere perché malformato, ndr) ha assunto un atteggiamento crudele verso il bambino, violando la sua umanità e dignità». Anche se i bambini presentano difetti, ha proseguito Chazan, «non significa che non dobbiamo amarli. Loro meritano il nostro amore».

L’OFFERTA DI CURE. Dopo che due ospedali si erano già rifiutati di fare abortire la donna, questa si era rivolta a Chazan. Il medico, pur opponendosi all’interruzione di gravidanza, aveva promesso alla donna di seguirla prima, durante e dopo il parto per cercare di curare il figlio.

Leone Grotti

Tratto da: http://www.tempi.it/


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