Missili anche su Tel Aviv e Gerusalemme, dove sono stati rimessi in funzione i rifugi antiaerei. I raid hanno fatto 28 morti e centinaia di feriti a Gaza. Il richiamo di 40mila riservisti. Non si escludono “invasioni e operazioni di terra”. Il governo palestinesi di unità nazionale è la vittima “illustre” di questi nuovi scontri.
Gerusalemme (AsiaNews) – Aerei israeliani hanno bombardato stamane la Striscia di Gaza nel tentativo di fermare una pioggia di missili che da giorni cade sulle zone sud di Israele, ma anche su Tel Aviv e Gerusalemme.
I colpi israeliani a Gaza sembrano avere di mira comandanti militari, ma vi sono vittime fra i civili. A Beit Hanoun è stata colpita una casa, uccidendo il comandante delle brigate Al-Quds, il braccio armato del Jihad islamico, ma sono rimasti uccisi anche i parenti, una donna e due bambini. Il bilancio di questi due giorni è di 208 palestinesi morti e 100 feriti.
Ieri i missili di Hamas hanno cercato di colpire le due città più popolose in Israele: Tel Aviv e Gerusalemme. Quello su Tel Aviv è stato fermato dal sistema di difesa israeliano; quello su Gerusalemme non ha fatto feriti.
Le brigate Ezzedine al-Qassam si vantano di aver lanciato missili fino ad Haifa (a 160 km dal confine con la Striscia), ma non ci sono conferme da parte israeliana. In ogni caso i rifugi antiaerei a Tel Aviv e a Gerusalemme sono stati rimessi in funzione.
Da metà giugno, da quando è iniziata questa nuova serie di scontri, centinaia di razzi hanno colpito il sud di Israele; 40 sono stati intercettati. Finora nessun israeliano è stato ferito o ucciso.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele “non tollererà il fuoco dei missili sulle nostre città e paesi”. Per questo, “operazioni contro Hamas e altre organizzazioni terroriste” sono state “allargate”.
L’ufficio di sicurezza israeliano ha approvato il richiamo di 40mila riservisti e vi sono voci non ufficiali che parlano di una possibile “invasione o operazione di terra” contro Hamas.
Giornali israeliani e arabi fanno notare che una vittima “illustre” di questa nuova tornata di guerra è il governo di unità nazionale palestinese, stato varato ai primi di giugno mettendo fine alla lotta fra Hamas e Fatah che durava da sette anni. Frange più estremiste fra i palestinesi hanno boicottato l’accordo – che prevede la non violenza – continuando il lancio di missili e sequestrando e uccidendo tre giovani israeliani.
Anche Netanyahu si è schierato da subito contro il governo di unità nazionale palestinese, temendo che questa unità possa favorire un più largo riconoscimento internazionale della Palestina.
di Joshua Lapide
Tratto da: http://www.asianews.it/
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