La Scozia discute una legge per introdurre il suicidio assistito per chi abbia compiuto almeno i 16 anni di età. Ma un gruppo di organizzazioni, tra cui Save the Children, ha chiesto che la legge sia estesa a tutti. La Scozia sta discutendo una legge per introdurre il suicidio assistito per tutta la popolazione che abbia compiuto almeno i 16 anni di età.
Ma c’è un gruppo di organizzazioni che si battono per i diritti dei bambini, riunite sotto il nome di “Together” (insieme), che hanno chiesto che la legge sia estesa a tutte le fasce di età.
EUTANASIA INFANTILE. Secondo le organizzazioni, tra cui spicca la famosa “Save the Children”, «le malattie terminali non discriminano le persone in base alla loro età, di conseguenza anche la sanità non dovrebbe farlo». Secondo le charities, includere anche i bambini nella legge sarebbe l’unico modo per applicare davvero la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, la quale prevede che le opinioni dei bambini «debbano essere rispettate» in tema di sanità in base «all’età e alla maturità» dei soggetti interessati. “Together” chiede infine che la Scozia «rifletta sugli esempi internazionali» di leggi simili, come quella sull’eutanasia infantile da poco approvata in Belgio.
KILL THE CHILDREN. È quanto meno paradossale che organizzazioni che hanno come obiettivo dichiarato quello di “salvare i bambini” chiedano espressamente a un governo di dare la possibilità alla società di ucciderli. Ed è ancora più stridente che l’associazione tra salvezza di un bambino e la sua morte venga fatta nel nome della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, come se la sanità riguardasse l’eliminazione dei bambini e non piuttosto la loro guarigione.
«PROPOSTA IMPENSABILE». Secondo l’associazione che si batte per impedire la legalizzazione dell’eutanasia, “Care Not Killing”, l’estensione del suicidio assistito ai bambini è «impensabile»: «Le persone oneste resteranno sorprese dal fatto che una simile idea sia anche solo espressa, soprattutto se proviene da almeno una organizzazione (Save the Children, ndr) che pretende di rappresentare gli interessi dei bambini. Queste organizzazioni sono nate per proteggere le vite dei bambini, non per incoraggiarle a cercare rifugio nella morte».
BAMBINI NON IDONEI. Come già fatto notare da molti in occasione del dibattito sull’eutanasia infantile in Belgio, anche Care Not Killing ricorda che «i bambini non sono idonei – legalmente e sostanzialmente – a prendere decisioni pienamente responsabili sulla loro vita: sono affidati alle cure dei genitori o dei loro tutori». Nei prossimi mesi la commissione parlamentare scozzese continuerà a lavorare per definire i termini della legge, intanto è triste constatare come l’eutanasia infantile approvata in Belgio non abbia lasciato indifferente il mondo ma abbia creato un pericoloso precedente.
Leone Grotti
Fonte: http://www.tempi.it/
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