CAMBIARE RELIGIONE?

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1587155-giovaniOgni uomo ha una propria religione, trovata bell’e pronta o costruita da lui stesso. Anche l’irreligiosità è una forma di religione. Il cristiano ricorre ad un’astuzia, ad una frode quando, evangelizzando, afferma che un’effettiva conversione a Cristo non implica necessariamente un cambiamento di religione.
È vero che il cambiamento di religione è ritenuto da molti un grave peccato, ma quasi nessuno, fra quanti la religione se la sono trovata già preparata, si interessa di sapere se è quella vera, buona, giusta, efficace ai fini di un’autentica redenzione, di un’esistenza degna e di una vita eterna. Il peccato grave sta invece nel soffocare, rifiutare, tradire la verità per opportunistiche convenienze prettamente materiali o pseudo-spirituali.
Gesù ordina ai cristiani, a quelli di fatto e non soltanto di nome, di andare in un mondo pieno di religioni, per predicare l’Evangelo “ad ogni creatura”. Se queste religioni fossero giuste e garantissero la vera redenzione, sarebbe assurdo, ozioso divulgare fra esse l’Evangelo di Cristo. Ma quando l’Evangelo le raggiunge, si impone il loro annientamento (1 Corinzi 1:18-21) e, per chi le pratica, una vera e propria rivoluzione spirituale, cioè un radicale cambiamento di religione.
È comunque probabile che qualche cristiano, timoroso di toccare la suscettibilità dell’interlocutore, nel premettere che non si tratta di “cambiare religione”, intenda semplicemente affermare che è inutile passare da una religione ad un’altra se entrambe non sono altro che un ammasso di formalità, di eresie, di riti più o meno suggestivi, di tradizioni umane, di regole di vita edulcorate, di sforzi sovrumani per assopire la coscienza e per guadagnarsi il paradiso.

DI FRONTE ALLA REALTÀ

In effetti la coscienza umana tende a controbilanciare i propri fallimenti morali ricorrendo a rimedi spirituali che, a livello di religioni escogitate dagli uomini (anche se ideate da grandi pensatori), trascendono però in aridi spiritualismi. Una delle tendenze religiose più diffuse, per giustificarsi, è quella di coprire con un po’ di bene o altrettanto bene il molto male che si fa. Da ciò scaturisce la pratica delle offerte alla propria istituzione religiosa, della beneficenza, dei sacrifici fisici, della mortificazione della carne.
Se ciò bastasse a giustificare l’uomo, ad aggiustare la sua posizione con Dio, il Cristo Redentore sarebbe venuto inutilmente nel mondo. Infatti, e prima e dopo di lui molti cosiddetti mistici hanno raccomandato questo comportamento.
Questa procedura è stata definita da Gesù Cristo: annullamento della Parola di Dio per far prevalere la tradizione umana; e dall’apostolo Paolo: religiosità apparente, infruttuosa (Marco 7:8-13; Colossesi 2:20-23). Ma quando Dio fa da specchio all’uomo, allora l’uomo esce con espressioni tipo le seguenti: “Siamo sempre daccapo a peccare… ci potremo salvare (da noi)? Tutti siamo diventati come persone contaminate, tutta la nostra giustizia è come un panno lordato (alla lettera: da mestrui)”. E ancora: “… Io sono carnale, venduto schiavo al peccato perché il bene che voglio, non lo faccio, ma il male che non voglio, quello faccio… misero me uomo! chi mi libererà da questo corpo di morte?”. Questa inconfutabile e tragica condizione è confermata da Gesù Cristo quando dice: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio”, contrapponendo questa giustizia positiva a quella negativa dell’uomo.

IL DIVINO RIMEDIO

Assodata la precedente verità, c’è però un rimedio. La risposta di Dio è: “Dite a quelli che hanno il cuore smarrito (Matteo 11:28-30): ‘Siate forti, non temete!’ Ecco il vostro Dio! … Verrà Egli stesso a salvarvi.”
“Oggi, nella città di Davide (Betlemme), vi è nato un Salvatore, che è Cristo, il Signore.”
“Dio ha tanto amato il mondo da dargli il suo Unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.”
“Perché, mentre eravamo ancora sopraffatti dalle debolezze, Cristo, a suo tempo è morto per gli empi… Dio mostra la grandezza del suo amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo e morto per noi.”
Da parte di Dio non ci poteva essere risposta migliore di questa.
Come si può notare, nella precedente breve esposizione del piano di salvezza di Dio non appare mai il nome di una specifica religione, ma ripetutamente quello di un uomo, del vero uomo e vero Dio, Gesù Cristo. Chi vuole salvarsi deve dunque cambiare religione o, meglio, abbandonare ogni sistema religioso auto-giustificante e comunque impotente a giustificare, per aderire invece alla persona di Gesù Cristo che, col Suo sacrificio, giustifica gratuitamente chiunque gli dia fiducia.
Non si possono servire fedelmente due padroni: o una religione umana o Gesù Cristo. Scegliere Gesù Cristo implica l’ascolto e l’osservanza del Suo insegnamento e l’abbandono di tradizioni, regole di comportamento e rituali dati per Suoi, ma in contrasto coi Suoi.
Credi nel Signore Gesù e sarai salvato! Credi a invenzioni religiose umane e sarai perduto! Un falso e pericoloso ecumenismo riunisce le più diverse religioni per pregare (quale Dio?) e per promulgare la pace fra le stesse e nel mondo. Ma la verità, cioè Cristo, afferma da sempre: “Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me… chi non è con me è contro di me…. Io vi do la mia pace, io non do come il mondo da.” Questo esclusivismo di Cristo (che ha sempre dato fastidio all’anticristo) è così tanto potente e inconfutabile che molte religioni, dichiaratamente pagane, nel tentativo di apparire affidabili, hanno compreso fra le loro false divinità anche Gesù Cristo, senza comunque riconoscerLo come Dio, senza dargli la preminenza che Gli compete. Ma Cristo Gesù non si assoggetta a simili manipolazioni: la verità si fa strada da sé. È dunque determinante per l’uomo decidere se appartenere ad un sistema religioso terreno o a Gesù Cristo: la vita è in quest’ultimo.
Nel raggiungere coloro che sono ancora schiavi del peccato e avviluppati in reti pseudo-religiose, i cristiani siano dunque decisi a far capire che la rigenerazione, la “Nuova Nascita” che Gesù produce in chi ha fede in Lui, comprenderà sempre, esigerà, anche un completo cambiamento di religione: dall’ebraismo a Cristo, dal buddismo a Cristo, dall’induismo a Cristo, dal cattolicesimo a Cristo, dal protestantesimo a Cristo, dall’ateismo e agnosticismo a Cristo, dal materialismo, dal culto di se stessi a Cristo!

Germano Giuliani

Tratto da: http://www.tuttolevangelo.com/


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