È insegnamento cristiano che Dio vuole farci partecipi del suo piano personale per ognuno di noi (e con molti altri lo ha fatto), ma vi sono diversi motivi quando Dio sembra essere muto in questo, che dipendono sempre da noi. Il primo motivo è il fatto che non si vuole andare a Dio come Lui ha stabilito e non si vuole arrendersi totalmente a Lui. Alcuni fanno (a Dio) delle specifiche richieste e preghiere e vogliono avere delle risposte specifiche, ma NON vogliono essere trasformati da Dio in alcuni specifici settori della propria vita; non vogliono rinunciare a niente che non sia secondo il loro volere; vogliono essere esauditi in alcuni settori della loro vita e sperimentare la guida di Dio in alcune circostanze, ma non vogliono minimamente mettere in discussione alcuni altri aspetti e settori; rivolgendosi a Dio, arrivano a porre al massimo delle alternative e respingono ogni altra possibilità o risposta che non abbiano prima immaginata.
In questi casi è la loro mente che decide, alla fine, quella che può e deve essere la volontà di Dio.
È evidente che così non si hanno mai risposte da Dio, perché se Lui ha deciso diversamente da quello che si è prefissato e lo comunicherebbe non lo si accetterebbe mai.
Se poi Dio, in qualche modo, riuscirebbe a trasmettere qualcosa si avrebbe il dubbio se veramente sia la Sua volontà.
Vi è una certa lotta da ingaggiare e da vincere per avere quella sensibilità spirituale che facilita l’ascolto della “voce” di Dio.
È la lotta contro l’IO, il proprio saper fare, il proprio buon senso, i propri metri di valutazione, le proprie tradizioni, i punti di vista personali, etc..
Rinunciando a questa lotta e vittoria per poter mantenere la propria posizione, si innesca un processo di adattamento e rassegnazione che alla fine porta alla rinuncia della conoscenza del piano personale di Dio, che in molti casi sfocia nel Fatalismo.
Il fatto di desiderare di conoscere il piano personale di Dio è una naturale conseguenza dell’essere diventati figli di Dio, che dimostra riconoscenza, e che può portare al coinvolgimento totale nel Regno di Dio, ma questo richiede impegno costante, che qualche volta può portare sofferenza.
Vivere in contatto con Dio vuol dire impegnare concretamente la propria vita per Dio.
Anche questo tipo di decisioni sono importanti, perché influenzeranno per il nostro futuro, in terra e nell’eternità.
Tratto da: http://www.incontraregesu.it/
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