Sudan, non solo Meriam. Un’altra donna «arrestata perché cristiana» e denunciata per presunta apostasia dall’islam

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sudanvfgvfgtthtySi chiama Faiza Abdalla ed è figlia di convertiti al cristianesimo. Nata cristiana, ha mantenuto il nome musulmano e per questo è stata arrestata. I giudici hanno annullato il suo matrimonio con un cattolico per adulterio. 

Ieri in carcere è nata Maya, la figlia di Meriam Ibrahim, la donna cristiana di 27 anni condannata a morte per false accuse di apostasia dall’islam e a 100 frustate per adulterio. La buona notizia è stata in parte oscurata da un’altra: una seconda donna cristiana è stata arrestata per presunta apostasia.

FAIZA ABDALLA. Come riporta Morning Star News, a Al Gadarif, città vicina al confine con l’Etiopia, Faiza Abdalla, 37 anni, è stata arrestata lo scorso 2 aprile mentre si trovava negli uffici statali locali per ottenere il suo numero di identificazione nazionale, una specie di carta di identità.
Quando ha detto agli ufficiali che era cristiana, l’hanno arrestata affermando che doveva essere nata cristiana dal momento che il suo nome è islamico. In realtà la donna è nata cristiana, visto che la sua famiglia si è convertita al cristianesimo prima che nascesse, ma ha deciso di mantenere il nome musulmano.

«ARRESTATA PERCHÉ SONO CRISTIANA». «Mi hanno arrestato solo perché sono cristiana», dichiara la donna. I giudici, come successo a Meriam e al marito Daniel Wani, lo scorso 8 aprile hanno annullato il suo matrimonio con un cattolico del Sud Sudan, accusandola di adulterio. Come riferito da una cristiano della città, «Faiza Abdalla è cristiana e suo marito è un catechista».
Purtroppo, continua, non è una novità che gli ufficiali che si occupano delle carte di identità cerchino di scoprire chi si è convertito dall’islam. I cristiani locali hanno cercato di far rilasciare la donna, senza successo. «Chiediamo a tutti i gruppi che si battono per i diritti umani di intervenire in casi come questo», ha dichiarato un leader cristiano chiedendo di restare anonimo per ragioni di sicurezza.

Fonte: http://www.tempi.it/


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