Il fenomeno dell’urbanizzazione ha spinto le autorità, soprattutto nelle grandi città, ad incoraggiare la cremazione dei defunti piuttosto che la inumazione, facendo leva sul fatto che non c’è più posto per grandi cimiteri monumentali oltre a quelli ormai tradizionali esistenti.
Riguardo al tema, dobbiamo ricordare che fin dall’inizio la Chiesa cristiana, proseguendo l’uso già in atto in Israele in antitesi con il mondo pagano dell’epoca, in cui, invece, era costume ormai acquisito, non utilizzò la cremazione dei cadaveri.
Il Cristianesimo non accettò mai la cremazione per parecchie ragioni.
Nell’ Antico Testamento si nota l’assenza totale del rito funebre della cremazione, e nel Nuovo Testamento troviamo ripetuti riti di seppellimento che, anche questi, non hanno a che fare con la cremazione.
Possiamo riscontrare anche la presenza di un divieto specifico della cremazione, ritenuta un rito abominevole, che si riferisce al crudele culto pagano in onore di Moloc, una deità pagana degli Ammoniti, al quale si immolavano dei fanciulli che venivano arsi vivi.
Per questa ragione è scritto: “Non darai i tuoi figli per essere offerti a Moloc, e non profanerai il nome del tuo Dio; Io sono il Signore” (Levitico 18:21); “Non imparerai ad imitare le pratiche abominevoli di quelle nazioni, non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco” (Deuteronomio 18:9-10); “Achaz non fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, suo Dio, ma seguì l’esempio d’Israele e fece passare per il fuoco persino suo figlio, seguendo le pratiche abominevoli delle genti che il Signore aveva cacciate davanti ai figli d’Israele” (2 Re 16:2-3).
Prima ancora della sua morte, difendendo l’atto di amore di Maria di Betania, Gesù aveva fatto un riferimento specifico all’inumazione dicendo: “… l’ha fatto in vista della mia sepoltura“ (Matteo 26:12).
In seguito è specificato che Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in fasce con gli aromi, seguendo il modo di seppellire presso i Giudei (Giovanni 19:40).
I Cristiani, seguendo l’esempio di Gesù e secondo l’uso invalso tra gli Ebrei, non accettarono mai la cremazione proprio per non uniformarsi alle consuetudini pagane.
Infatti, nel Nuovo Testamento abbiamo diversi riferimenti al seppellimento, ma mai alla cremazione.
I Cristiani antichi, allo scopo di manifestare la propria fede nella Risurrezione dei morti, attuarono costantemente l’inumazione dei defunti, condannando in diverse occasioni la cremazione in polemica con autori pagani.
Questa loro consuetudine permise la costruzione di quei grandi cimiteri cristiani che sono le Catacombe, le quali soltanto nel sottosuolo di Roma, con i loro stretti corridoi sotterranei, si diramano per oltre quaranta chilometri e rappresentano un testimonianza sempre attuale della Fede in Cristo che vince la Morte.
Occorre anche sottolineare che i Cristiani non accettano la cremazione non perché, come qualche dissennato ha affermato, hanno timore che non possono poi risorgere dalle ceneri.
Piuttosto i credenti non inceneriscono i loro corpi per un atto di rispetto verso il Creatore e perché esso è il tempio dello Spirito Santo.
Un’altra ragione plausibile contro la cremazione sta nel fatto che dopo il IV secolo questa scomparve quasi del tutto per l’influenza del Cristianesimo, per riapparire poi alla fine del 1700, durante la Rivoluzione francese, quando vennero addotti motivi pratici ed igienici.
Nel 1800 si diffuse per la propaganda di associazioni dichiaratamente atee, in polemica con la fede nell’immortalità e nella risurrezione.
Infatti, la cremazione è stata da allora voluta da coloro che in questo modo desideravano affermare la propria negazione dell’eternità.
Fonte: http://www.incontraregesu.it/
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