Secondo il Fondo statale il contratto di acquisto dell’edificio e dell’area circostante, sottoscritto nel 1999, viola la legge. La comunità locale parla di questioni economiche e dell’insofferenza per la crescente presenza cristiana. Il 18 aprile è in programma il processo di appello, che deciderà le sorti della struttura.
Bishkek (AsiaNews/F18) – Le autorità del Kyrgyzstan hanno intentato una causa legale per confiscare la chiesa protestante di Gesù Cristo e i terreni circostanti il luogo di culto, che sorge in una zona della capitale Bishkek soggetta a un rapido sviluppo e dal crescente valore commerciale. Il 24 gennaio scorso i giudici di primo grado hanno deciso di annullare il contratto di vendita, sottoscritto nel 1999, che attesta la proprietà della comunità cristiana, adducendo generiche “violazioni alla legge”. Fra pochi giorni, il 18 aprile, è in programma il processo di appello dopo il ricorso presentato con urgenza dai vertici della chiesa.
Aysulu Orozbekova, rappresentante legale della Cassa sulle proprietà dello Stato, sottolinea che “non si tratta di essere contro la chiesa o alle sue attività, ma solo di un contratto privo di valore e che va annullato”. In realtà i fedeli “smentiscono con forza” questa ipotesi.
Fonti della comunità protestante a Bishkek, dietro anonimato per motivi di sicurezza, riferiscono al sito di informazione Forum 18 che la causa intentata dalle autorità – finalizzata al sequestro dell’edificio (in precedenza un centro culturale) e dei terreni – può dipendere da due fattori: il fastidio malcelato per le attività della chiesa e per la diffusione della fede cristiana in molte zone del Kyrgyzstan; e ancora, motivi “economici” finalizzati allo “sfruttamento” di un bene di proprietà dei cristiani. L’edificio sorge infatti un “distretto di prestigio” della capitale, con prezzi di mercato milionari. “[Le autorità] vogliono cacciarci – aggiungono – perché hanno alle spalle potenziali compratori”.
Secondo alcune voci, la Cassa sulle proprietà dello Stato sarebbe intenzionata a requisire altre proprietà e beni appartenenti a comunità religiose per ragioni commerciali, anche se non si hanno al momento maggiori dettagli. Inoltre, da inizio anno i vari dipartimenti dello Stato hanno avviato una serie di ispezioni e controlli serrati ai danni di moschee e chiese sparse per Bishkek.
La comunità cristiana protestante riferisce inoltre che, negli anni, ha effettuato ingenti investimenti per ristrutturare l’edificio, migliorare l’area circostante e curare il parco, “rispondendo appieno agli obblighi previsti” nel contratto di acquisto. Tuttavia, ora le autorità non vogliono riconoscere le migliorie apportate e sono disposte, al limite, a restituire “la somma versata 14 anni fa” al momento dell’acquisto. Inoltre, il luogo di culto è frequentato ogni fine settimana da almeno un migliaio di persone, che resterebbero prive di un luogo dove riunirsi e pregare.
Il Kyrgyzstan ha una popolazione complessiva di poco inferiore ai cinque milioni di abitanti, il 34% dei quali vive nei centri urbani. In tema di religione, la grande maggioranza (70%) è musulmano sunnita, i cristiani ortodossi sono poco più del 5%; il restante 25% si divide tra atei e aderenti ad altre denominazioni religiose.
Fonte: http://www.asianews.it/
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