di A.B.SIMPSON – Quando il Signore Gesù disse ai discepoli che essi sarebbero stati portati di fronte a giudici e tribunali a causa di Cristo, Egli non li consigliò di procurarsi un buon avvocato, né di lottare per ottenere una soluzione e la liberazione; ma Egli disse loro che ciò sarebbe stata una opportunità per predicare l’Evangelo: “Ciò vi darà occasione di render testimonianza”. (Luca 21:13) Era un nuovo tipo di pulpito, non ancora mai usato, per predicare Gesù, ed annunziare al mondo il messaggio della salvezza. Il nostro primo pensiero, in qualunque situazione ci veniamo a trovare, dovrebbe essere non di come fare a toglierci dai guai, ma di come glorificare Dio nello stato in cui ci siamo venuti a trovare, e come cercare di sfruttare la situazione per renderGli testimonianza e Gloria.
Vediamo che quando gli Apostoli vennero di fronte al consesso dei loro persecutori, essi non difesero se stessi, ma il loro Maestro. Così pure noi vediamo che Paolo in questo stesso senso parla delle sue esperienze a Roma negli accampamenti dei pretoriani o nel Colosseo, chiamato di fronte all’Imperatore, mentre i leoni nei sotterranei erano forse già pronti a divorarlo. Ed egli ci racconta non quali brutti momenti abbia passato, ma quale opportunità gloriosa gli si sia presentata di predicare l’Evangelo.
«A tutta la guardia pretoriana e a tutti gli altri è divenuto noto che io sono in catene per Cristo» (Filippesi1:13); questo ci dice Paolo. E portato davanti a Nerone, la sua preoccupazione non era quella di sfuggire ai leoni, ma che l’Evangelo potesse essere udito dai pagani per mezzo della sua predicazione. Egli scrive, quasi incidentalmente, in Timoteo 4:17: «E sono stato liberato dalla gola del leone ».
Cari fratelli, dobbiamo imparare a considerare le nostre prove come delle possibilità di servizio e di testimonianza, pulpiti provvidenziali dai quali noi possiamo annunziare ad altri la grandezza e la potenza del nostro benedetto Salvatore.
Fonte: http://www.chiesadiroma.it/
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