“Chiamati a un nuovo impegno umanitario e per i diritti dei migranti”
Roma, 10 febbraio 2014 (NEV-CS03) – “Lampedusa è divenuta simbolo di una immigrazione di massa, figlia di situazioni disperate e violente, di fronte alle quali non possiamo chiudere gli occhi. In questo senso ci sentiamo chiamati a un nuovo impegno per il monitoraggio, il sostegno ai soccorsi e la difesa dei fondamentali diritti umani di chi arriva sui barconi della speranza”: lo afferma il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) al ritorno da una missione nell’isola siciliana svolta insieme al pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese. “La nostra chiesa ha una lunga tradizione di azione sociale in Sicilia – aggiunge Bernardini – e ai vari impegni che già manteniamo nel campo educativo e assistenziale, oggi sentiamo di dover pensare a un nuovo progetto centrato su una delle sfide che maggiormente interroga la nostra coscienza di evangelici. Non potremo mai accettare – aggiunge il moderatore – che a pochi metri dalle nostre coste muoiano migliaia di persone come ogni anno avviene nel Mediterraneo, colpevoli soltanto di cercare di sfuggire alla fame e alle violenze”.
“Negli ultimi mesi abbiamo visto immagini che ci hanno scandalizzato come il degrado di un centro di accoglienza sovraffollato e militarizzato – prosegue Aquilante – ma nella visita abbiamo anche ascoltato voci che ci hanno dato speranza e fiducia e che ci chiedono aiuto per migliorare l’accoglienza e per raccontare l’umanità che approda a Lampedusa. E per questo stiamo ragionando della possibilità di istituire un osservatorio che, oltre che collaborare all’accoglienza, produca informazione e aumenti la sensibilità degli italiani, dei politici, delle istituzioni nazionali ed europee su un tema che non può ridursi a questione di ordine pubblico o al contrasto militare delle immigrazioni irregolari. Il positivo incontro con il vicesindaco Damiano Sferlazzo e alcuni incontri con esponenti della società civile lampedusana ci hanno incoraggiato a studiare la fattibilità di questo progetto”. “L’isola ha un grande valore simbolico – spiega Bernardini – e dall’isola che è al centro delle cronache migratorie vogliamo far partire un messaggio rivolto alle nostre chiese italiane ma anche ai nostri partner ecumenici europei e internazionali. Lampedusa non è solo l’estremo sud del confine italiano ma anche di quello europeo, vera e propria porta del dialogo tra nord e sud del mondo”. Della delegazione facevano parte anche Roberto Vitelli, segretario del Servizio rifugiati e migranti della FCEI e Paolo Naso, coordinatore della Commissione studi e del programma interculturale Essere chiesa insieme, anch’essi promossi dalla FCEI.
Fonte: http://www.nev.it/
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