Un anno di conflitti e violenze si tramuta in uno stato di caos ed emergenza. I cristiani sono particolarmente bersagliati dai ribelli Seleka. In una conferenza organizzata da Porte Aperte mettiamo insieme vari leader nazionali e regionali. Esserci sarà il focus del 2014.
Sin dall’inizio dell’anno le comunità cristiane della Repubblica Centrafricana hanno dovuto affrontare intense sofferenze. Nel dicembre 2012 i ribelli musulmani Seleka cominciarono a conquistare ampie aree del centro e del nordest del paese, per poi, il 24 marzo 2013, prendere possesso della capitale Bangui e costringere alla fuga il presidente Bozizé. Da quel momento in poi il paese ha iniziato un rapido declino verso l’anarchia: la coalizione dei Seleka si è frantumata in alcune fazioni, e signori della guerra e milizie varie hanno preso possesso di intere aree del paese. Violenze e atrocità sono state commesse contro l’intera popolazione, ma in particolar modo contro i cristiani.
Come sapete, Porte Aperte è un ministero di presenza, vogliamo, insieme a voi, essere presenti e stare al fianco dei fratelli perseguitati, perciò ad inizio ottobre la nostra missione ha organizzato nella capitale Bangui una conferenza che ha riunito 100 leader di chiese di tutte le denominazioni presenti, un’opportunità per responsabili nazionali e regionali di condividere quanto è successo (e sta succedendo) alle congregazioni cristiane durante questa terribile guerra. Secondo i partecipanti è stato un tempo di profonda riflessione, condivisione e preghiera insieme, in cui si sono considerate persino le aree in cui la chiesa è stata mancante in questo oscuro periodo di violenze. Si è firmata infine una dichiarazione congiunta sulla situazione della chiesa nella Repubblica Centrafricana, dichiarazione utilizzata a vari livelli nella diplomazia internazionale per attirare l’attenzione dei media, dell’ONU e degli stati membri.
Le violenze hanno creato una vera e propria emergenza umanitaria e la persistente insicurezza ha inevitabilmente intaccato le operazioni di soccorso. Il 27 novembre scorso le Nazioni Unite hanno preso atto dello stato di crisi della Repubblica Centrafricana e dichiarato che il paese corre il rischio di finire nel “caos più completo”. Ci sono almeno 400.000 rifugiati interni al paese, mentre 200.000 sono fuggiti nelle nazioni confinanti: migliaia e migliaia di persone sono esposte alla fame e a malattie come malaria, influenza e colera.
Durante questa nostra conferenza, segnata dall’insicurezza e dalla paura di attacchi, abbiamo potuto portare con noi degli aiuti di primo soccorso per circa 38 famiglie cristiane nel bisogno, tra cui 6 vedove di pastori uccisi dai ribelli Seleka. Abbiamo seguito e aiutato anche 23 pastori costretti alla fuga in Cameroon (alcuni hanno perso figli nelle violenze, altri si sono ammalati). In aprile 2013 la Chiesa evangelica dei Fratelli di Bangui era stata attaccata e 33 persone erano rimaste ferite: abbiamo fatto visita a queste persone offrendo loro copertura per le spese mediche. E’ un inizio. Le necessità sono molte. Stiamo lavorando alacremente per capire come aiutare la chiesa in questo paese nel 2014, poiché, come sapete, noi tutti siamo uno con loro.
Fonte: porteaperteitalia.org
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook