Taiwan, ancora scandali alimentari: “Cosa mangiano di sano?”

TAIWAN_-_Scandalo_olioIl governo di Taiwan,  scopre e multa due aziende, produttrici di olii alimentari, che inserivano clorofillina e rame nel cosiddetto “extra-vergine di oliva”. La popolazione esasperata dai continui problemi legati alla produzione alimentare.

Taipei (AsiaNews) – Dopo quelli della scorsa primavera, un nuovo scandalo alimentare relativo agli olii da cucina ha colpito Taiwan. Venerdì 18 ottobre una grande azienda produttrice, la Tatung Changchi Foodstuff Factory Co. Ltd. (大統長基食品), è stata condannata a pagare una multa di 28 milioni di dollari taiwanesi (pari a circa 950mila dollari americani) per aver prodotto olio di oliva fasullo, nonostante le etichette riportassero “100% olio di oliva”.

Nel mirino dei giudici anche altri olii da cucina, come per esempio quello di arachidi e quello di peperoncino piccante, che non contenevano tracce di arachidi o di peperoncino. Per quanto riguarda l’olio di oliva, le etichette definivano il contenuto “del tutto” naturale, mentre in realtà veniva usato l’additivo con la colorazione verde, che in Europa è chiamato E141, un complesso di clorofillina e rame (銅葉綠素). Gruppi di attivisti hanno sottolineato come la multa imposta sia molto bassa paragonata ai miliardi di dollari taiwanesi che ogni anno l’azienda guadagna per la vendita dei suoi prodotti.

La Food and Drug Administration (食品藥物管理局) ha impiegato circa un mese per verificare tutti i casi in questione, data la complessità nel riconoscere gli ingredienti naturali e artificiali, e sabato 19 ha convocato una conferenza stampa con l’annuncio della contaminazione alimentare e la forte multa in arrivo.

Tutto ciò ha creato ancor più allarmismo tra il pubblico: “Si può sapere cosa possiamo mangiare senza pericolo?” è la domanda più frequente posta dai clienti intervistati nei negozi e nei supermercati ai giornalisti. Poi durante la settimana un’altra grande ditta, la Flavor Full Foods (富味鄉食品公司) è stata smascherata per l’uso di olio di cotone (棉籽油), che è proibito a Taiwan come olio da cucina. In un primo tempo la direzione dell’azienda aveva negato la presenza di tale ingrediente nei prodotti in vendita sull’isola. In seguito ad altre analisi ha ammesso la vendita di ben 24 diversi prodotti nelle catene di distribuzione taiwanesi. Come risultato, l’azienda è stata multata con un cifra di 8 milioni di dollari taiwanesi (circa 270mila dollari americani).

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