Pastore Pentecostale di Cittadella denunciato per violazione della Legge anti moschee

Con la giustizia attuata dai  “poteri forti” contro le le minoranze religiose, questa volta sono finiti nei guai il Pastore della Chiesa evangelica pentecostale di Cittadella  e il proprietario dell’immobile. E’ intervenuta infatti la polizia Municipale a mettere i sigilli, perchè dicono che non c’era l’autorizzazione comunale e così, a farne le spese è la chiesa pentecostale di Cittadella. Probabilmente, se quel immobile fosse stato utilizzato da qualche associazione omosessuale per rivendicare l’orgoglio omosessuale, avrebbe trovato la solidarietà dei politici locali e di tutto il mondo sociale a dare manforte all’iniziativa.

 Mantova – Per molti potrà anche sembrare una questione burocratica, per noi sicuramente è un azione degna di un regime totalitario,  ma queste sono le regole, a nostro avviso “sbagliate”,  scaturite dalla famigerata legge regionale della Lombardia, conosciuta anche come legge anti-moschee, voluta dalla Lega Nord apposta contro le minoranze religiose, chi vuole adibire un capannone artigianale a luogo di culto deve presentare al Comune una richiesta di cambio di destinazione d’uso. Se non lo fa, o lo fa senza considerare un’eventuale risposta negativa, incorre in pesanti sanzioni penali. Più precisamente, si tratta dell’art. 52, comma 3 bis della legge regionale lombarda 11 marzo 2005, n. 12
Legge per il governo del territorio
(B.U.R.L. n. 11 del 16 marzo 2005, 1° s.o.).  Lo riferisce ‘La Gazzetta di Mantova’.

Questa, in sostanza, la vicenda approdata la scorsa settimana sul tavolo della procura di via Poma a seguito di un blitz della polizia locale in un capannone di via Verona, a Cittadella, in passato utilizzato come magazzino da un commerciante della zona. Da un po’ di tempo – opportunamente adattato con sedie, altare, leggio e microfono – è la sede dove vengono celebrate le cerimonie della Chiesa cristiana evangelica pentecostale, frequentata soprattutto da componenti della comunità brasiliana che abitano in città e nei dintorni. Nella violazione del Testo unico per l’edilizia, come rilevato dalla polizia locale, sono incorsi un commerciante, proprietario del capannone, e il pastore responsabile della Chiesa cristiana evangelica pentecostale di Mantova. Il reato in cui sono incorsi i due denunciati alla Procura di via Poma prevede pene fino ai due anni di arresto e fino a 50mila euro di multa a testa.

In definitiva non si tratta di una costruzione abusiva. Il capannone, che si affaccia all’interno di un cortile privato, c’era da molto tempo e aveva tutti i permessi a posto. Ma il Dpr 380, vale a dire il Testo Unico per l’edilizia, prevede che, nel caso di cambiamento di uso per luogo di culto, venga richiesto allo Sportello unico del Comune un a sorta di permesso di costruire, anche se di fatto non ci sono di mezzo dei lavori edili.

In realtà allo Sportello unico sarebbe stata inviata una segnalazione con richiesta di cambio di destinazione, da uso commerciale a uso di luogo di culto. Solo che via Gandolfo avrebbe – in base a criteri dettati dalla normativa – negato il permesso e quindi passato la palla alla polizia locale perché andasse a verificare sul posto. Cosa che gli agenti del nucleo di polizia edilizia hanno fatto. Ed ecco che nel corso del sopralluogo hanno trovato, non una cerimonia in corso (che la Chiesa pentecostale celebra solo due volte la settimana) ma un tempio allestito alla perfezione con tanto di pulpito e decine di posti a sedere per i fedeli.

Fonte: La Gazzetta di Mantova


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