Albania: una vicenda tragico comica

Una vicenda imbarazzante per il Governo italiano e per Bruxelles

Se tre indizi fanno una prova, non bisognava essere veggenti o grandi strateghi per sapere come sarebbe finita.

Pochi giorni fa sono arrivati nei Centri di Shengjin e Gjader in Albania 16 migranti, preceduti dalle trombe della propaganda governativa italiana e accompagnati dalla “occhiuta” curiosità dei leader europei. Il 19 ottobre anche i 12 non ritenuti fragili (4 minori erano già stati trasferiti), arrivano a Bari, tra il grottesco e la farsa.

Sì, perché erano 16 ragazzi del Bangladesh ed egiziani, raccolti nelle acque internazionali del Mediterraneo dalla nave militare Libra, che inconsapevolmente avrebbero dovuto inaugurare in pompa magna i Centri per il trattenimento di richiedenti asilo (previsti 880 posti), un Cpr (144 posti) e un penitenziario (20 posti), costruiti in fretta furia dal governo italiano di destra-centro.

Primo indizio: dopo una settimana di trionfalistiche dichiarazioni e vertici europei con photo opportunity per “dettare la nuova linea sulle politiche migratorie”, l’Italia guidata da Meloni, pronta all’autocelebrazione, si è accorta che i Paesi di provenienza dei 16 migranti, che volevano rinchiudere in quei “non luoghi” d’inciviltà, sono nella lista di quelli dichiarati insicuri. La sentenza della Corte di Giustizia UE del 4 ottobre scorso stabilisce che non si può definire un Paese sicuro soltanto parzialmente: cioè rimane insicuro se ha delle aree considerate a rischio o se calpesta i diritti di alcune categorie di persone. Per l’Egitto il caso Regeni docet; per il Bangladesh, anche il Ministero degli Esteri sconsiglia i viaggi turistici e tutti gli altri viaggi non urgenti, per il progressivo deterioramento della situazione politica e sociale.

Secondo indizio: era l’8 novembre 2023 quando Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento del governo Meloni affermava con supponenza che l’accordo sui migranti con l’Albania non doveva passare in Parlamento, perché a suo dire: “C’è già un accordo internazionale che regola la materia”. Ieri da Palazzo Chigi hanno comunicato che verrà convocato il Consiglio dei Ministri per approvare un Decreto d’urgenza sul tema, per poi portarlo in discussione in Parlamento.

Terzo indizio: la sostenibilità economica della scelta. Un paese come l’Italia, con un debito pubblico a livello nominale stimato a dicembre 2023 a quota 2862,3 miliardi di euro, ovvero pari a circa il 137,25% del PIL, che corrisponde a circa 6 volte le entrate fiscali (pari a 480.1 miliardi di euro), può permettersi di sperperare risorse, cioè soldi dei contribuenti, per far guadagnare qualche voto in più alle prossime elezioni (regionali nelle prossime settimane) ai populisti di turno?

Dopo una settimana di trionfo mediatico, oggi il Centro è stato svuotato da una norma che riporta alla realtà la Meloni. La legge è uguale per tutti, anche per loro.

Una figuraccia di fronte a tutto il mondo, perché un’operazione mediatica preparata con cura dal governo italiano ha dimostrato che la realtà è un’altra.

Una realtà, smascherata dal lavoro incessante dei giornalisti, a cui va il nostro ringraziamento, che hanno messo in evidenza e alla portata di tutti che si tratta, innanzitutto di Centri di disumanizzazione, campi di concentramento “modulati”, carceri veri e propri, ove alla deportazione le persone migranti, circondate da poliziotti, militari, devono aggiungere l’incertezza di stare in un territorio border line, ospiti di un Paese che vorrebbe entrare nelle UE, ma che deve ancora superare le valutazioni imposte dalla Commissione europea relative a molti capitoli, tra questi lo stato di diritto e della democrazia.

Questa vicenda è imbarazzante per il Governo italiano e per Bruxelles.

È in corso uno scontro istituzionale senza precedenti con i giudici, che non contestano il Protocollo, ma che ritengono illegittime le decisioni contrarie a quanto stabilito a livello internazionale e accettate anche dall’Italia.

Fare le cose in fretta non porta bene alla Meloni.

La gestione della vicenda è stata maldestra e spinta dalla “voracità” elettorale, mai sazia, che però alla lunga porta a sbattere: sarà riconosciuto un danno erariale?

Di certo si tratta dell’ennesima sfida alle toghe e allo stato di diritto, condita per alcuni ministri da superficialità e da cattivismo e per altri da manifesta inadeguatezza a ricoprire ruoli così importanti ed impegnativi per il nostro Paese.

Intanto sono migliaia i nuovi arrivi a Lampedusa e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Noi trarremo lezione dall’esperienza di Roma”.

La storia impone nuove politiche europee di accoglienza delle persone migranti, frutto di una visione più lunga e strategica, anche per la sostenibilità economica e demografica dei nostri opulenti Paesi occidentali.

Disegno di Francesco Piobbichi

https://riforma.it/2024/10/21/albania-una-vicenda-tragico-comica/

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