Massoneria e Politica. Le confraternite del potere (o del mistero?)

Ah, la massoneria! Quegli uomini eleganti che si incontrano in segreto per discutere delle sorti del mondo, o forse semplicemente per organizzare una partita a briscola. Per secoli, ci hanno fatto credere di essere i custodi di arcani poteri e profondi saperi, mentre dietro le quinte tramano — o almeno così dicono — per influenzare governi, affari, e perfino il clima. Ma facciamo attenzione: potrebbe trattarsi dell’ennesima leggenda, come il mostro di Loch Ness o la sincerità nei talk show politici.

Ma facciamo un passo indietro. In Italia, la massoneria e la politica vanno d’amore e d’accordo (senza voler usare un termine troppo melenso, ci mancherebbe). Lo sa bene Licio Gelli, maestro venerabile della famigerata Loggia P2, che negli anni ‘70 e ‘80 si era fatto l’idea — geniale, davvero — di plasmare il destino della Repubblica come se stesse giocando a Risiko. Il suo Piano di Rinascita Democratica suonava tanto promettente quanto un volantino di vendite a rate: eliminare la frammentazione politica, controllare l’informazione, e dare più potere a pochi “illuminati”. Un sogno per chi ama l’efficienza… o per chi detesta la democrazia.

L’Italia ha fatto i conti con la P2 dopo che, nel 1981, spuntarono fuori elenchi di iscritti illustri: Silvio Berlusconi*, giornalisti, generali, e altri personaggi che, senza la loggia, probabilmente non sarebbero mai stati considerati sospetti — vero? Lo stesso Berlusconi, che al tempo era più interessato a costruire le sue emittenti televisive che a governare, giurava di non sapere nemmeno di cosa si parlasse. È buffo come certe memorie siano selettive, specialmente quando ci si trova coinvolti in scandali di portata nazionale.

 

E all’estero?

Ma attenzione, amici! Se pensate che il fenomeno della massoneria sia esclusivamente un’esclusiva nostrana, vi sbagliate di grosso. Andiamo a fare una gita fuori porta, iniziando dal Regno Unito, la patria della massoneria moderna. Winston Churchill? Massone. Re Edoardo VIII, che abdicò per amore? Massone pure lui. Un intrigo perfetto, non vi pare? Le loro logge erano talmente segrete che i membri finivano per dimenticarsi l’uno dell’altro durante le riunioni. E poi c’è il caso degli Stati Uniti, dove circa tredici presidenti, inclusi George Washington e Franklin D. Roosevelt, hanno avuto legami massonici. Sarà forse per questo che la piramide massonica campeggia allegramente sul dollaro? Mistero.

Poi ci sono i casi ridicoli, come quello della Francia. Nel 2019, un’inchiesta rivelò che alcuni alti funzionari della polizia facevano parte di una loggia massonica che, a quanto pare, usava la sua influenza per favorire promozioni e incarichi. Quando gli interrogatori arrivarono, molti risposero con il classico “Io? Non so niente”. Un po’ come dire che il gatto è salito sul tavolo da solo e ha rovesciato il latte. Unico problema? Questo “gatto” stava seduto comodamente in un’alta poltrona di comando.

 

Il Sud Italia. La Massoneria Tra Mafia e Politica

Torniamo in Italia, e più precisamente nel sud, dove il mistero della massoneria prende tinte ancora più fosche. Qui, l’intreccio tra logge massoniche, politica e criminalità organizzata ha avuto una lunga tradizione, quasi come quella di mangiare la cassata a Pasqua. In Sicilia, qualcuno ricorderà il nome di Bernardo Provenzano, capo indiscusso di Cosa Nostra, che avrebbe utilizzato canali massonici per gestire affari e influenzare la politica locale. Bella immagine, no? Un boss mafioso che, tra una riunione e l’altra, si dedica alla meditazione sui massimi sistemi e alla “fratellanza universale”.

Nel 2017, la Commissione Antimafia ha scoperto che il numero di massoni in Calabria e Sicilia era decisamente più alto di quanto si potesse immaginare. Sindaci, consiglieri regionali, imprenditori: tutti legati da un filo invisibile che, chissà, potrebbe essere stato tessuto in qualche loggia. “Ma non è un crimine essere massoni,” ribatte un politico calabrese durante un interrogatorio, “anzi, è un onore.” Certo, come negare la nobiltà di una pratica secolare… finché non interferisce con l’ordinaria amministrazione pubblica, s’intende.

 

Il Grande Dilemma. Massoneria e Democrazia

Qui viene il dilemma: come può un’associazione segreta, che fa del mistero il suo vessillo, convivere con i principi democratici di trasparenza e responsabilità? Il giornalista Paolo Mieli ha una risposta illuminante: “La massoneria, se rispettosa della legge, è legittima.” Quindi, tranquilli: finché non fanno nulla di illegale, tutto a posto! Ma ci chiediamo: chi controlla questi paladini della discrezione? Chi verifica che il loro operato non si trasformi in una rete di favori, scambi di poltrone e giochi di potere sotterranei?

D’altro canto, ci sono critici, come Giovanni Fasanella, che avvertono: “La segretezza è il vero problema.” Già, perché quando non sai cosa succede dietro porte chiuse, puoi solo immaginare, e in Italia l’immaginazione vola sempre alta. E spesso porta a conclusioni che potrebbero persino essere meno scandalose della realtà.

 

Tirando le somme…

La massoneria è uno dei grandi misteri che ci accompagna, come il Vaticano o la ricetta perfetta per la pasta alla carbonara. Si dice che agiscano nell’ombra per influenzare le decisioni politiche, ma più probabilmente si riuniscono per discutere di questioni così noiose che nemmeno loro riescono a star svegli. Se davvero controllano il mondo, lo fanno con una lentezza esasperante. Ma se dovessimo prendere sul serio la minaccia, ricordiamoci l’avvertimento del Vangelo: “Nulla vi è di nascosto che non debba essere rivelato” (Luca 12:2).

Davide Romano 
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook