È trascorso quasi un anno dai disordini di Jaranwala, avvenuti nell’agosto 2023. I disordini erano stati scatenati da voci su due uomini cristiani che, presumibilmente, erano stati visti profanare il Corano. Gruppi di musulmani avevano iniziato ad attaccare la comunità cristiana, danneggiando e bruciando quasi 100 case e più di 25 chiese. Noi ne avevamo parlato qui.
Un anno dopo, continuano incessanti le sofferenze per la comunità cristiana nella regione del Punjab.
Un tribunale pakistano ha di recente condannato a morte il 27enne Ehsan Masih, operaio in una fabbrica di mattoni del Punjab, che dopo l’attacco a Jaranwala era stato accusato di aver condiviso un’immagine di un Corano danneggiato su TikTok. Dopo il verdetto di morte per Ehsan Masih, decine di persone sono scese in strada per protestare nella città di Karachi. L’avvocato di Masih intende fare ricorso in appello contro la sentenza.
Nel frattempo, è morta la vedova di Nazir Masih, l’uomo di recente deceduto per le ferite riportate durante l’attacco di una folla inferocita a maggio. Nazir era stato preso di mira dopo essere stato accusato ingiustamente di blasfemia. Nell’attacco erano stati danneggiati e saccheggiati anche il suo negozio e la casa di famiglia.Il Pakistan si trova alla posizione numero 7 della World Watch List. Secondo le leggi anti-blasfemia del Paese, insultare “il sacro nome del Santo Profeta Maometto” è punibile con la morte. Finora, nessuno è stato giustiziato in base a questa legge, ma le leggi anti-blasfemia sono spesso utilizzate per regolare i conti o per colpire gli appartenenti a una delle minoranze religiose presenti nel Paese, in particolar modo quella cristiana: circa un quarto di tutte le accuse di blasfemia prende di mira i cristiani, che costituiscono solo l’1,8% della popolazione.
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