INDIA: UNA SENTENZA ACCENDE LA SPERANZA PER I CRISTIANI

I risultati delle elezioni nazionali in India sono stati annunciati all’inizio di giugno. Si prevedeva una vittoria schiacciante del BJP, il partito del Primo Ministro Modi, che ha effettivamente vinto, ma con soli 240 seggi: 62 in meno rispetto al risultato precedente, e al di sotto dei 272 necessari per una maggioranza parlamentare. Mentre si negoziava per formare le coalizioni, con un risultato elettorale meno negativo del previsto, alcune sentenze di tribunale accendevano nuova speranza per i cristiani in India.

In una di queste sentenze, la Corte Suprema ha affermato che la legge anti-conversione in vigore nello Stato dell’Uttar Pradesh potrebbe costituire una violazione del diritto costituzionale della persona alla libertà di religione o di credo.

“La Corte Suprema […] ha commentato verbalmente che la legge anti-conversione dell’Uttar Pradesh [Uttar Pradesh Prohibition of Unlawful Conversion of Religion Act, 2021] in alcune parti può sembrare una violazione del diritto fondamentale alla religione garantito dall’articolo 25 della Costituzione”, ha citato un rapporto dell‘Institute of Legal and Management Studies.

Il commento è stato fatto lo scorso 16 maggio, durante un’udienza che riguardava le accuse di conversione contro i dipendenti della Sam Higginbottom University of Agriculture Technology and Sciences, un’università cristiana dell’Uttar Pradesh.

La legge anti-conversione dell’Uttar Pradesh vieta ogni azione per far convertire qualcuno a un’altra religione (diversa dall’induismo) attraverso false dichiarazioni, forza, influenza indebita, coercizione, adescamento o mezzi fraudolenti.

Sebbene i cristiani costituiscano solo il 5% della popolazione del Paese, le leggi anti-conversione implementate in 12 stati sono state utilizzate per colpire le minoranze religiose, creando un ambiente in cui qualsiasi cristiano che condivide la propria fede può essere accusato di aver commesso un crimine, per poi essere intimidito, molestato e persino subire violenza.

L’India si trova alla posizione numero 11 della World Watch List. Non si è ancora fermata la campagna di “ritorno a casa” (Ghar Wapsi) di massa, in cui nazionalisti indù esercitano enormi pressioni sui convertiti cristiani chiedendo loro di tornare all’induismo. Molti cristiani affrontano pressioni costanti per rinunciare alla loro nuova fede oltre a perdita del lavoro, discriminazione, aggressioni fisiche e persino la morte.

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