Io sono il Signore Dio tuo, il Santo d’Israele, il tuo Salvatore
Isaia 43, 3
Una voce venne dalla nuvola, dicendo: «Questi è mio Figlio, colui che ho scelto ascoltatelo». Mentre la voce parlava, Gesù si trovò solo
Luca 9, 35-36
È difficile trovare parole più pure per testimoniare l’amore di Dio e il suo legame con noi. Talvolta, quando lo nominiamo dicendo “il Signore Dio, il Santo d’Israele” lo pensiamo come Dio altissimo, nella sua inaccessibile sublimità, e lo immaginiamo vuoi in oscura solitudine (la misteriosa caligine di Dio), vuoi nella invincibile luce della sua gloria. In ambedue i casi appare un Dio solo, senza parole e senza passione.
Eppure, nel testo di Isaia le parole ci sono e sono parole che parlano di legami e di intrecci che sono una benedizione per noi. Ci dicono che il Dio altissimo che sta nei cieli non è solo, non è completo e soddisfatto di sé. Ci dicono che è Signore e non un sovrano assoluto (la cui caratteristica è di essere separato dal popolo che vuole rappresentare). Il testo di Isaia presenta un Dio che si apre a una relazione che è costitutiva di sé e di noi. Dio che dice: io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore, sta dicendo “io sono tuo, io sono con te”. Solo in questo abbraccio originario può dire: sono il tuo Dio. Solo nell’orizzonte aperto dalle parole io sono tuo, Dio può dire io sono il tuo Dio.
Noi non siamo soli e Dio non è solo. Se questo abbraccio fosse disciolto che ne sarebbe di noi? E che ne sarebbe di Dio?
Sono parole esprimibili anche in forma di preghiera: “Non lasciarmi Signore, perché senza di me che ne sarà di te? E allora dove andrò io?”
Stiamo nella felice presenza di un Dio amante che nel versetto seguente a quello commentato oggi ci annuncia “Sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo” (Is. 43,4).
È il linguaggio di Dio: “Non stare lontano da me, io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore, eccomi, sono tuo, non abbandonarmi”. Amen.
https://riforma.it/2024/04/10/il-legame-di-dio-con-noi/
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