Solo 15 neurologi e 12 neurochirurghi in tutto il Myanmar. Rapida diffusione di epidemie, con 9mila nuovi casi all’anno di tubercolosi resistente ai medicinali. Terapie e vaccini inefficaci perché male conservati a causa dei black-out energetici. Alcuni esempi che raccontano uno dei peggiori Paesi al mondo in tema di sanità. Yangon (AsiaNews) – Carenze croniche di specialisti, in particolare neurologi e neurochirurghi; rapida diffusione di patologie resistenti alle medicine, come la tubercolosi; e ancora, farmaci fondamentali pressoché inutilizzabili, mal conservati a causa dei ripetuti black-out di corrente. Il Myanmar post dittatura militare è ancora lontano dall’essere terra di sviluppo e di benessere, a dispetto delle previsioni degli esperti e degli investitori internazionali. Infatti, alle potenzialità nel settore economico – grazie a petrolio, gas naturali, materie prime ed energia – che trainano la crescita del Paese, non corrisponde un beneficio reale per la popolazione. Anzi, la gran parte dei birmani resta ai margini e la realtà sanitaria ne è lo specchio più evidente. Lo testimonia anche una recente indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che vede il Myanmar all’ultimo posto in una lunga lista formata da 194 nazioni.
In un intervento al Senato birmano, il ministro della Sanità Phay Thet Khin ha affermato ieri che in tutto il Myanmar vi sono solo 15 neurologi. Egli ammette che – fatta eccezione per Yangon, Mandalay e la capitale Naypiydaw – “non vi sono specialisti a sufficienza da assegnare a ospedali di altri Stati o divisioni”. Ancora peggiore la situazione dei neurochirurgi, solo una dozzina per l’intera nazione. Dal dicastero della Sanità aggiungono che vi è carenza di urologi e gastroenterologi; tuttavia “non sono previsti miglioramenti nel breve periodo”, conclude il ministro, perché servono più di 10 anni per formare un medico in una particolare branchia.
Le carenze sanitarie, strutturali e diffuse, sono causa della diffusione di epidemie gravi che resistono pure ai trattamenti medici. Fra queste la tubercolosi, che si sta diffondendo con crescente rapidità in Myanmar tanto da registrare 9mila nuovi casi all’anno (300mila in totale e fra i più elevati al mondo in rapporto alla popolazione). Tuttavia, solo una piccola percentuale riceve una diagnosi adeguata e può disporre di un trattamento sanitario consono per combattere la malattia.
Stime dell’Oms relative allo scorso anno mostrano che “solo 800 pazienti” hanno goduto di cure mediche adeguate a fronte dei 9mila casi di tubercolosi. Il gap è ancora “enorme”, ammettono gli esperti, e se non verranno prese misure urgenti “è destinato ad aumentare”. L’obiettivo è di arrivare a curare almeno 10mila casi in 100 diverse città entro il 2015, ma le previsioni sono improntate al pessimismo anche per una carenza di fondi visto che, dei 55 milioni di dollari necessari, già ora ne mancano 41.
Da ultimo si pone anche il problema, quando sono disponibili, della conservazione dei medicinali. La mancanza di regolare fornitura elettrica ha un impatto devastante sui farmaci, soprattutto per quelli che richiedono basse temperature come quelli usati “per il cancro, oppure vaccini per il tetano e la rabbia”. Alcuni medici denunciano il decesso di pazienti affetti da diabete, poiché i farmaci non sono stati conservati a temperature adeguate e hanno perso la loro efficacia. Del resto il governo centrale spende solo il 3,9% del Prodotto interno lordo per la sanità, un dato “sorprendentemente basso” a detta degli esperi, se paragonato al dato di altri Paesi dell’area come il Laos (4,5% del Pil) e Cambogia (5,6%).
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui