i Angelo Currò, staff di Porte Aperte in Italia
Ho percorso circa un migliaio di chilometri con tre cristiani perseguitati invitati in Italia da Porte Aperte, tra novembre ’22 e maggio ’23. Persone diverse, che venivamo da luoghi diversi e distanti tra loro. Tutti e tre sono rimasti colpiti dal buono stato delle strade italiane, e in modo particolare dalle autostrade. “Dovete ringraziare il vostro governo per le buone strade che avete” erano alcuni dei loro commenti, tutti univoci.
Chi erano e da dove venivano questi fratelli? Il pastore George1 dalla Siria, il pastore Boureima2 dal Burkina Faso, Amora3 da una nazione dell’Africa centrale.
Specificare la provenienza geografica di queste persone forse rende più comprensibili le loro osservazioni.
A questo punto sarebbe lecito domandarsi perché parlare di strade in un blog il cui tema principale è quello della pericolosità della fede cristiana.
Perché ci vogliono molta fede, fiducia e determinazione per percorrere alcune strade e raggiungere le persone a cui portare aiuto e supporto.
Amora, durante un suo intervento, ha raccontato della volta in cui il mezzo su cui viaggiavano si è bloccato a causa della sabbia che ricopriva la pista, più che la strada, sulla quale viaggiavano. Motivo per cui, di tanto in tanto, i passeggeri erano costretti a scendere dall’auto e liberare a mano le ruote per poter proseguire il viaggio.
Senza contare il fatto che capita di percorrere strade che passano attraverso territori controllati da gruppi armati non proprio pacifici.
Qualche settimana, fa nostri partner locali, hanno consegnato beni di prima necessità a tante famiglie di sfollati interni in alcune località di una nazione africana4. Abbiamo pregato per i loro spostamenti e ho cercato di capire distanze e percorrenza del viaggio. Poche centinaia di chilometri per in Italia bastano 3 ore di viaggio, lì ne occorrevano almeno dieci. E tutto questo al netto di eventuali problemi tecnici, imprevisti, controlli e check point disseminati lungo il tragitto.
Anche in Siria la situazione non è delle migliori. Sono certo che ricordiamo ancora le immagini del terremoto del 6 febbraio che ha devastato intere aree tra Siria e Turchia. Molti luoghi erano semplicemente impossibili da raggiungere e lo sono stati per molto tempo.
C’è anche un altro aspetto della pericolosità del viaggio da tenere in considerazione e che riguarda il motivo del viaggio stesso. Questo emerge chiaramente pensando al lavoro svolto dalle nostre squadre di risposta rapida.
Quando qualcuno va a incontrare i cristiani che sono stati attaccati5, lo fa perché vuole prendersi cura di quelle persone. Sentimenti totalmente opposti rispetto a quelli di chi li ha attaccati. Ciò significa che queste squadre potrebbero percorrere buone strade per giungere a destinazione, ma essere ugualmente esposti al pericolo a causa del motivo alla base del viaggio stesso6.
Durante il nostro convegno del 2019, il pastore Suresh (India) ha raccontato della volta in cui, insieme ad un altro fratello, sono andati a trovare un cristiano che era stato aggredito a causa della fede nel suo villaggio. Ad un certo punto dell’incontro il fratello ha chiesto ai visitatori di andare via, subito. Si era accorto che qualcosa non andava. I due, capito il motivo della richiesta, non hanno esitato. Poco dopo aver imboccato la strada del ritorno, sono stati fermati e minacciati, semplicemente per aver incontrato una persona non gradita all’intera popolazione del villaggio.
Anche i viaggi in cui venivano contrabbandate Bibbie dovevano fare i conti con le medesime difficoltà: le strade di alcune nazioni7 venivano percorse per consegnare materiale così pericoloso da essere addirittura bandito8.
Mi vengono in mente le parole espresse da Esdra proprio in prossimità di un viaggio molto particolare: “La mano del nostro Dio assiste tutti quelli che lo cercano…”9. Specialmente in questo periodo di maggiori spostamenti – dovuti alle vacanze del periodo estivo – ricordiamoci di pregare per le centinaia di Epafròdito, mentre sono in viaggio per rendere il proprio servizio in favore del Corpo di Cristo.
1 Volto noto ormai alla chiesa italiana. Nostro partner locale in Siria. Pastore della Chiesa dell’Alleanza nella città di Qamishli. Chiesa che funge da Centro di Speranza.
2 Il pastore Boureima è stato uno degli speaker del convegno Beati gli audaci, 28-30/04/2023
3 Partner locale, https://www.porteaperteitalia.org/una-nostra-partner-locale-e-venuta-a-farci-visita-dallafrica-centrale/
4 Per motivi di sicurezza non è possibile indicare la nazione
5 Siano essi individui, famiglie o interi villaggi.
6 Consiglio la lettura di questa intervista esclusiva https://www.porteaperteitalia.org/wp-content/uploads/Intervista-esclusiva-Manipur-India.pdf
7 Forse più sicure di quelle che si addentrano nel deserto africano o in città distrutte da bombe e terremoti.
8 https://youtu.be/ivW_9ZL2pWw
9 Esdra 8:22
https://www.fedepericolosa.org/buone-strade-buone-preghiere/
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