Silenzio

Tutti fanno rumore. L’automobilista indisciplinato suona il clacson in modo spasmodico; il tifoso allo stadio mette a serio rischio le sue corde vocali, oltre che le arterie coronariche; nei bar si è troppo spesso “aggrediti” dal volume troppo alto della musica; ovunque andiamo sembra che più la sostanza manchi, più i decibel aumentino. Finanche in chiesa, alcuni hanno perso la buona abitudine di mettersi in comunione con Dio e la prima cosa che fanno quando si siedono non è più pregare, ma parlare, a volte addirittura a voce alta.

Il silenzio. Dove trovarlo? Oggi stanchi dei frastuoni della vita ci si isola in uno spazio aspettando che il silenzio ci rinnovi e scacci il clamore delle interferenze. Così, chi ha bisogno di tranquillità, finisce con il trascorrere il proprio fine settimana in campagna, per trovare un po’ di quiete. Ma un’oasi di silenzio spesso la si ritrova nei pressi di un cimitero, di un ospedale, in una biblioteca. Quanto rumore c’è attorno a noi. Non si è più capaci di restare in silenzio e di meravigliarsi davanti ad un tramonto, di contemplare un’opera d’arte o ammutolire ad un evento unico: in forma compulsiva siamo sempre pronti a parlare, anche quando dovremmo solo tacere. Restare alcune ore in silenzio è arduo, un giorno intero un’impresa impossibile. Davanti ad un film avvincente dobbiamo fare le nostre considerazioni ad alta voce; quando, scoraggiati, diciamo di non voler parlare con nessuno, in realtà abbiamo un bisogno e un desiderio irrefrenabile di raccontarci agli altri. È difficile rimanere in silenzio. Provate a chiederlo a chi si opera alle corde vocali e deve restare in silenzio per almeno un mese, chiedete a loro quanto è difficile non proferire parola! Un bimbo impiega due anni per imparare a parlare, un uomo impiega una vita per imparare a tacere. L’invito che ci giunge da parte dello Spirito Santo è: “Sta’ in silenzio davanti al Signore, e aspettalo” (Salmo 37:7). Una antica versione della Bibbia, la Diodati, così traduce: “Attendi il Signore in silenzio”; un’altra versione in lingua corrente cita: “È buono aspettare Dio senza fare rumore”.

Puoi ascoltare solo se fai silenzio

E tu, sei un buon ascoltatore? Troppo spesso non comprendiamo “l’altro” in quanto entrambi parliamo senza ascoltare. Se solo uno dei due tacesse! Solo il silenzio apre il nostro orecchio alla voce che risuona nell’intimo di tutte le cose. Dio è muto per chi parla sempre. Del resto anche nelle parole dei nostri simili ci è dato di coglierne il senso profondo solo se sappiamo tacere. Un autore cristiano ha detto: “Il silenzio non è mancanza di comunicazione; il silenzio fa parte del flusso di messaggi e informazioni che caratterizza la cultura della comunicazione. Nel silenzio ascoltiamo l’altro, diamo la priorità alla parola dell’altro. Il silenzio è un atteggiamento attivo. È il nostro silenzio che permette e dà spazio all’altro per parlare. Il silenzio rafforza il rapporto, il legame tra due persone. Nel silenzio riesco a capire chi è l’altro e proprio in questo trovo me stesso. Il silenzio mi permette di essere attento al contenuto della comunicazione. È il silenzio che ci aiuta a vedere… In fondo è nel silenzio che riesco a dare il giusto significato alla comunicazione e non essere solamente sommerso dal volume della stessa comunicazione”.

Emblematica è la storia del piccolo Samuele: svegliato da Dio tre volte, seppur inizialmente convinto che fosse il sacerdote Eli a chiamarlo, riconoscerà la voce di Dio e dirà: “Parla, poiché il tuo servo ascolta” (cfr. I Samuele 3:10). Grazie ai suoi silenzi, Dio continuerà a parlare a Samuele per tutto l’arco della sua vita. Ci sono momenti nei quali dobbiamo rimanere in silenzio per ascoltare la Sua voce. Lui ha buoni consigli per noi: “Infatti io so i pensieri che medito per voi», dice il Signore: «pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; io mi lascerò trovare da voi” (Geremia 29:13).

Un teologo del secolo scorso, riguardo al silenzio ha scritto: “Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola di Dio, perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola, perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto, perché Dio deve avere la prima Parola e facciamo silenzio prima di coricarci, perché l’ultima Parola appartiene a Dio. Facciamo silenzio solo per amore della Parola”. Beati coloro che non hanno nessuna cosa da dire e resistono alla tentazione di dirla. Impariamo anche noi a dire: “Signore parla, il tuo servo ti ascolta”.

Puoi capire solo se fai silenzio

Non tutti quelli che ascoltano capiscono. I figli, a volte, non comprendono perché hanno già deciso. Abbiamo usato tante volte questa frase: “Te l’avevo detto”, oppure: “Se mi avessi ascoltato”, o ancora: “Fai sempre di testa tua”. Le parole sono cadute nel vuoto. Quanto è importante, nel nostro rapporto con Dio, rimanere in silenzio per comprendere ciò che vuole dirci. Puoi non soltanto udire, ma capire, solo devi fare silenzio e mettere ogni cosa a tacere nella tua mente e nel tuo cuore. Telefonini, computer, TV, radio: difficile trovare il silenzio. A volte anche in alcune chiese i culti risultano essere particolarmente rumorosi e i volumi così alti da stordire e procurare acufeni. Abbiamo bisogno di silenzio per udire la voce di Dio, per comprendere la Sua Parola, i Suoi consigli. Gesù spesso si isolava per pregare, voleva stare da solo con il Padre: Tutti dormivano ma Lui pregava. Il richiamo che troviamo nelle lettere indirizzate alle Chiese dell’Asia minore è più attuale che mai: “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”.

Il silenzio e la fede

“Sta’ in silenzio davanti al Signore, e aspettalo”. Aspetta in silenzio l’intervento di Dio, in un silenzio che proclama fede. Quando sorgono i problemi e Dio sembra insensibile al nostro grido, è perché Egli ci tiene più al nostro carattere che al nostro comfort! Aspettalo in silenzio. L’attesa è provata dal tempo, ma è il corridoio che conduce al miracolo; i vini più pregiati migliorano nel corso del tempo, un pranzo squisito non può essere preparato in un forno a microonde, i grandi e possenti alberi che si ergono maestosi non crescono in una sola notte, un prodigioso dipinto non si realizza in pochi minuti o con poche pennellate. Le qualità dei buoni leader cristiani o delle persone che ammiriamo, non sono state conquistate nel giro di poche ore, ma sono il risultato di innumerevoli esperienze. Il carattere si forgia con lo scorrere della vita. Ma la verità è che a nessuno piace aspettare. Il più delle volte l’attesa è sgradevole, ancor di più se è accompagnata da un silenzio assordante. Troppe persone sembrano convinte che il silenzio sia un vuoto da riempire ad ogni costo, anche se non c’è niente di importante da dire. Così parliamo, dobbiamo telefonare, chattare, usare in modo compulsivo WhatsApp, Facebook e altri social network. Eppure nel silenzio, nell’attesa, nella fiducia, noi vediamo la gloria di Dio. A Cana gli sposi restarono in silenzio, eppure Gesù operò il Suo primo miracolo. A Nain, la donna affranta e ammutolita dal dolore per la perdita di suo figlio, lo vide ritornare in vita. Iairo, che era con Gesù, seppur raggiunto dalla notizia che sua figlia era morta, tacque, e fu subito incoraggiato a continuare ad avere fede, poiché sua figlia sarebbe tornata in vita.

Il silenzio è fede, è adorazione! Mentre gli altri, presi dal panico, contattano velocemente quante più persone possibili in cerca di aiuto e sostegno, c’è chi ha compreso il valore del silenzio, scegliendo la parte migliore: ritrovarsi come Maria ai piedi di Gesù per ascoltare la Sua voce e adorarlo a prescindere dalle circostanze. Nelle nostre vite rumorose, il silenzio è estremamente importante. È l’unico tempo in cui puoi davvero ascoltare quello che Dio ha da dirti.

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