«L’ingerenza del Parlamento Europeo che condanna l’Italia per lo stop alle trascrizioni dei “figli” delle coppie gay è gravissima e vergognosa. Non esistono “figli” di coppie gay. Due uomini e due donne non possono avere figli. Esistono bambini di cui coppie gay si sono dotate sfruttando pratiche barbare e illegali nella gran parte del mondo come l’utero in affitto e la compravendita di gameti umani. A violare i diritti di quei bambini non è lo Stato che non riconosce all’anagrafe il “padre-bis” o la “madre-bis”, ma la stessa coppia che pianifica a tavolino di privare un bambino del papà o della mamma. Perciò la retorica della “difesa dei diritti dei bambini” è la prova di una ipocrisia vergognosa. I figli non si comprano. E’ inoltre falso che lo stop sia parte di “un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+”: è invece basato sulla decisione delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 38162/22) le quali hanno spiegato in modo inoppugnabile sul piano giuridico perché quelle trascrizioni sono illegittime. Ci aspettiamo quindi che il Governo non si lasci intimidire e continui sulla sua strada». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia
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