Il partito islamico (Jamaat-e-Islami) è sempre più popolare e con lui i gruppi estremisti. Come l’Hefajat-e-Islam, il cui capo ha rilasciato dichiarazioni discriminatorie contro le donne durante il Ramadan. Il gruppo vuole una Costituzione basata sulla shari’a, eliminare le minoranze e la separazione tra i sessi. Dhaka (AsiaNews) – È motivo di grande preoccupazione in Bangladesh una rinnovata “simpatia” per il Jamaat-e-Islami, il partito islamico, e soprattutto per i gruppi fondamentalisti a lui vicini. Tra tutti l’Hefajat-e-Islam (Difensore dell’islam), che negli ultimi mesi ha rilasciato dichiarazioni radicali e violente, in particolare contro le donne, le minoranze e la laicità del Paese. È quanto affermano fonti cattoliche – anonime per motivi di sicurezza – ad AsiaNews.
Il primo campanello d’allarme sono stati i famosi “13 punti” presentati in uno degli hartal (scioperi) più violenti degli ultimi mesi, avvenuto il 5 maggio scorso e costato la vita a decine di persone. Tra le richieste, una Costituzione basata sulla shari’a; pena di morte per chi diffama Allah, Maometto o l’islam; riportare a ogni livello della società la separazione tra di sessi.
Come se non bastasse, durante il Ramadan non sono mancate dichiarazioni controverse e discriminatorie, che molti analisti hanno giudicato volgari e non congrue alla sacralità del periodo, ritenuto uno dei momenti più importanti della religione islamica. In particolare, ha suscitato scalpore un video apparso a luglio su Youtube e Facebook. Il filmato mostra Sheikh ul-Islam Allama Shah Ahmad Shafi, 93enne capo dell’Hefajat-e-Islam, screditare le donne e spiegare l’importanza di privarle della loro libertà, di un’istruzione e di un lavoro.
“Voi donne – afferma – dovete sedere in casa di vostro marito, prendervi cura delle sue cose e crescere i vostri figli maschi. Questo è il vostro lavoro. Perché dovreste uscire di casa?”. “Perché mandate le vostre figlie a lavorare nelle fabbriche tessili? – chiede alla platea – Escono di casa alle 7 del mattino e non tornano prima di mezzanotte. Non sapete con quali uomini siano; non sapete in quante zina [attività sessuali illegali, ndr] sono coinvolte”.
E ancora: “Spendete migliaia di thaka [moneta nazionale, ndr] per mandarle a scuola, al liceo, all’università. Lasciate che studino fino alla quarta elementare. Dopo il matrimonio è più che sufficiente per tenere i conti in famiglia”.
Non è chiaro a quando risalga l’intervento di Shah Ahmad Shafi. Secondo alcuni è stato girato addirittura lo scorso inverno, se non prima. Ma è significativo che sia stato messo online – e, nello specifico, su piattaforme molto usate dai giovani come Youtube e Facebook – proprio a luglio. In pieno Ramadan e nel bel mezzo di un periodo di forte instabilità politica per il Bangladesh, a pochi mesi dalle nuove elezioni generali.
Dalle quali, notano alcuni commentatori, è molto probabile che esca vincitore il partito nazionalista (Bangladesh Nationalist Party, oggi all’opposizione) e – soprattutto – il suo alleato più forte: il Jamaat-e-Islami. Escluso dalla corsa elettorale perché “non democratico”.
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