Lo rivela uno studio di Health Metrics and Evaluation. Entro inizio aprile il picco di contagi e decessi. Timori per le festività del Capodanno lunare. Pesano l’inefficacia dei vaccini domestici e il basso tasso di vaccinazione degli anziani. Numeri che minacciano la ripresa economica.
Pechino (AsiaNews) – Più di un milione di morti nel 2023. È il dato delle possibili vittime cinesi dopo il repentino allentamento delle restrizioni anti-Covid-19, accelerato dalle proteste popolari di fine novembre. Lo dichiara Health Metrics and Evaluation, con sede negli Stati Uniti. In uno studio pubblicato a luglio, l’università Fudan di Shanghai prevedeva cifre anche peggiori: quasi 1,6 milioni in sei mesi dalla riapertura.
Le proiezioni del gruppo di ricerca statunitense danno il picco di decessi a inizio aprile, quando un terzo della popolazione cinese (1,4 miliardi) sarà contagiato e si registreranno 322mila morti. Si teme soprattutto un’impennata dei contagi il prossimo mese, in coincidenza con le festività del Capodanno lunare.
Dal ritiro di molte misure di contenimento del coronavirus, deciso dal governo una decina di giorni fa, le autorità sanitarie nazionali non hanno dichiarato alcun decesso. Ufficialmente le scomparse per Covid in Cina si fermano a 5,235.
Secondo Worldometer, gli Usa hanno il primato delle morti per il morbo polmonare: 1,1 milioni in quasi tre anni; seguono India (530mila), Russia (392mila) e Messico (330mila).
I calcoli di Health Metrics and Evaluation tengono conto di problemi come l’ampio bacino di cinesi a rischio, il ricorso a vaccini meno efficaci di quelli di produzione occidentale e il basso tasso di vaccinazione delle persone con più di 80 anni (8 milioni i non vaccinati in questa fascia di età).
Analisti fanno notare che ci sono 164 milioni di abitanti malati di diabete che potrebbero andare incontro a effetti gravi da un eventuale contagio. La situazione per le vaccinazioni è così grave che molti cinesi scelgono di pagare per farsi a vaccinare a Macao con una dose del tedesco BioNTech.
Un alto numero di infezioni e di vittime, insieme a una forte pressione sul sistema sanitario nazionale, rischiano di vanificare le speranze delle autorità di ravvivare in tempi rapidi l’economia nazionale, che vive il suo momento peggiore negli ultimi 30 anni.
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